Nella pratica della meditazione – e, quindi, d’introspezione e consapevolezza –, scopriamo che il vero potere personale inizia dalla capacità di guidare i propri pensieri prima che diventino emozioni radicate e azioni automatiche. Omraam Mikhaël Aïvanhov ci ricorda che la mente è il primo terreno da coltivare con attenzione, poiché da lì nascono tutte le successive manifestazioni. Mentre cambiare un’opinione può essere immediato, modificare un sentimento profondo o un’abitudine consolidata richiede pazienza, allenamento costante. Con il supporto della meditazione, possiamo sviluppare quella presenza mentale che ci consente di scegliere consapevolmente a cosa dare spazio nella nostra coscienza, dirigendo l’attenzione verso stati elevati come un alpinista che fissa la corda verso la vetta. Un esercizio quotidiano che, passo dopo passo, ci avvicina alla padronanza di noi stessi e a una visione più chiara dell’esistenza.
«Il segreto del dominio di sé risiede in una regola semplicissima: non permettere a certi pensieri e a certi sentimenti di insediarsi nella mente e nel cuore, poiché in seguito sarebbe troppo tardi per arrestare i loro effetti. Sostituire un pensiero con un altro è relativamente facile; sostituire un sentimento con un altro è già più difficile; sostituire un’azione con un’altra lo è ancora di più.
Più si scende nella materia, infatti, più si entra nel campo dell’istinto e delle abitudini, che sono una seconda natura. È più facile cambiare le proprie opinioni scientifiche, filosofiche o religiose (può accadere di cambiarle in un istante) piuttosto che cambiare l’odio che si prova, l’amore che si prova, i propri affetti o le proprie bramosie. Ed è ancora più difficile cambiare le proprie abitudini, che sono incrostate nella materia. Per avere la padronanza delle proprie azioni è necessario cominciare ad avere la padronanza dei propri pensieri.»
«Prendete l’abitudine di concentrarvi sulla vetta, quel punto culminante da cui si può vedere la verità sugli esseri e sulle cose. Certo, la distanza che vi separa dalla vetta è immensa, addirittura invalicabile, e solo chi vive veramente una vita pura e santa può raggiungere la vetta.
Tuttavia, tramite il pensiero, ciascuno può cercare di raggiungerla, poiché già il pensiero è come una corda che lanciate fino a quel punto lassù che volete toccare, e una volta che la corda è fissata, voi vi arrampicate. È ciò che fanno gli alpinisti: lanciano una corda e si arrampicano. Eh, sì, vedete, bisogna imparare a scoprire le corrispondenze tra il mondo fisico e il mondo spirituale.»