Argomentare sulla pace? Non sembra un esercizio molto arduo! Tuttavia, se non si è in pace, con sé stessi come con gli altri, come si può pensare di poterne discutere lealmente? L’ipocrisia galoppa ed attanaglia le coscienze dei più facendogli ingenuamente supporre che la pace sia equiparabile all’assenza di conflitto, uno stato della mente da raggiungere o conquistare.
Nulla di più falso. La vera pace è la coscienza stessa allorquando diviene consapevole di sé medesima. La vera pace è appena appena sotto lo strato più superficiale della mente, nel momento in cui i pensieri si calmano per lasciar intravederne l’origine. Donde scaturiscono? Quello è il non-luogo della riconciliazione, di serenità, amore e concordia.
Ma lasciamo intervenire la provvidenziale loquacità di taluni benemeriti saggi. Riporto alcune brevi e lapidarie frasi sulla pace che, pur essendo state estrapolate dai loro contesti originari possono fungere temporaneamente da fulcro intellettuale per rimuovere l’irrequietezza che ostacola la percezione di cosa sia davvero, tanto la pace del trascendente, del soprasensibile, dell’informale o del mistico, quanto la pace del tangibile, del composito, dell’eterogeneo. Senza dimenticare, nondimeno, che la pace più autentica scaturisce, comunque, dal proprio incommensurabile cuore.
Siano in pace il cielo, la terra e il vasto spazio in mezzo. Siano con noi in pace le acque correnti, le piante e le erbe. Siano con noi in pace i presagi, quel che è fatto quel che rimane da fare. Sia con noi in pace ciò che è e ciò che sarà. Possa tutto esserci propizio!
Atharva Veda 19,9
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Sperimentare la vacuità vuol dire anche sperimentare la pace, e il potenziale di pace sta nel suo dispiegarsi come armonia fra tutta la gente, gli animali, le piante e le cose. I precetti formulano quest’armonia, mostrando come l’astinenza dall’uccidere e dal rubare è la vera condizione per la compassione e l’amore.
Robert Aiken, “Mente di trifoglio”
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Chiunque può costruire una casa di legno e mattoni, ma il Buddha insegnò che questo tipo di casa non è la nostra vera casa, è soltanto nominalmente nostra. È una casa nel mondo e segue le regole del mondo. La nostra vera casa è la pace interiore. Una casa materiale esteriore può essere molto bella ma non dà la pace. C’è questa preoccupazione e poi quella, quest’ansia e poi quella. Così diciamo che non è la nostra vera casa, è esterna a noi: prima o poi dovremo abbandonarla. Non è un posto in cui possiamo vivere in modo permanente, perché in verità non ci appartiene, ma è parte del mondo. Lo stesso vale per il nostro corpo; lo scambiamo per noi stessi, per il “me” e per il “mio”, ma in effetti non è affatto nostro: è solo un’altra casa terrena.
Ajahn Chah
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Va’ a una festa: ascolta le risate, quelle voci incerte che rivelano che il divertimento sta in superficie e sotto c’è il timore; senti la tensione, senti la pressione; nessuno si distende realmente, stanno simulando. Va’ a una partita di calcio: osserva i tifosi sulle gradinate; osserva le esplosioni irrazionali di rabbia; osserva la frustrazione incontrollata che ribolle mascherata da un’apparenza di entusiasmo o di spirito di squadra; fischi, berci e tracotanza in libertà in nome della fedeltà alla squadra; ubriachezza, risse sugli spalti. Queste sono persone che cercano disperatamente di allentare la tensione interiore. Queste non sono persone in pace con se stesse. Guarda il telegiornale; ascolta i testi delle canzoni popolari: troverete lo stesso tema che si ripete continuamente con poche variazioni; gelosia, sofferenza, scontento e sforzo. La vita sembra una lotta continua, un enorme sforzo contro la probabilità di vacillare. E qual è la nostra soluzione per tutto questo malcontento? Rimaniamo incastrati nella sindrome del «se solo…»
Henepola Gunaratana
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Le nostre menti sono abituate a pensare, ma se vogliamo stare calmi e in pace, pensare è esattamente ciò che dobbiamo smettere di fare. È più facile a dirsi che a farsi, perché la mente continuerà a comportarsi come al solito. C’è un’altra ragione per cui troviamo difficile astenerci dal pensare: il pensiero è l’unico alimento che l’ego abbia mentre meditiamo e specialmente quando osserviamo il silenzio nobile. Quando stiamo pensando, sappiamo di esserci; quando non c’è chiacchiericcio nella mente, crediamo di perdere il controllo. La nostra prima difficoltà è che anche se volessimo stare in pace e calmi e non avere pensieri, la nostra mente non vorrebbe obbedire. Così, invece di provare ripetutamente a calmarci, possiamo usare qualunque cosa si presenti per acquisire un po’ di comprensione. Un briciolo di comprensione apporta un briciolo di calma e un briciolo di calma apporta un briciolo di comprensione.
Ayya Khema
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La sostanza della tua mente è altro, sia rispetto all’annientamento sia rispetto all’eternità; la sua essenza non è contaminata né pura. Calma e completa, essa è identica nella gente ordinaria e nei saggi, funziona reagendo senza convenzioni. Tutti i reami dell’esperienza e tutti gli stati dell’essere sono solo manifestazioni della tua stessa mente: forse che la luna riflessa nell’acqua o in uno specchio può avere origine ed estinzione? Se realmente conosci questo, sei a posto. La ragione per cui i saggi hanno manifestato la loro presenza spirituale, dato un esempio e proferito un’ampia varietà di di aforismi enigmatici, è semplicemente di illustrare la pace fondamentale del corpo della realtà, che determina un ritorno alla radice.
Shih-t’ou
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Come tutti i problemi, i malanni della società sono il risultato di cause, e queste possono essere rintracciate in sequenza, dalle manifestazioni fino alle radici di fondo. Le conclusioni mostrate da una tale ricerca sono molto significative: le cause di disarmonia sociale si trovano nella mente umana e hanno le loro radici nella sete di sensazioni. Così la sete di sensazioni è indicata come l’origine della sofferenza in più d’una maniera. Determina non solo la rinascita continuata nel samsara, con il suo corredo di dolore e dispiacere personale, ma anche l’avidità, l’egoismo, la violenza e l’immoralità che minano tutti i tentativi di promuovere la pace, la cooperazione e la stabilità sociale.
Bhikkhu Bodhi
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Un tale chiese al Buddha: «Vorrei sapere qualcosa sullo stato di pace di cui parli, quello stato di solitudine e di quieto distacco. Come fa una persona a diventare calma e indipendente senza desiderare di aggrapparsi a nulla?».
«Una persona arriva a questo – rispose il Buddha – sradicando l’illusione “io sono”. Stando sveglio e attento, comincia a lasciar andare gli appigli mentre si presentano. Ma qualunque risultato riesca a raggiungere, deve guardarsi dall’orgoglio interiore. Deve evitare di reputarsi migliore degli altri, o peggiore o uguale, dato che i paragoni danno risalto all’io. Dovrebbe cercare la pace dentro e non dipendere da essa in nessun altro posto. Perché quando una persona è calma dentro, l’io non si trova più. Nelle profondità dell’oceano non ci sono onde; è calmo e immoto. È lo stesso per la persona pacificata; è tranquilla, senza alcun desiderio da afferrare. Ha lasciato andare i fondamenti dell’io e non ricrea più l’orgoglio né il desiderio».
Sutta Nipata
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Credo che, per venire incontro alle sfide del nostro tempo, gli esseri umani debbano sviluppare un più ampio senso di responsabilità universale. Ciascuno di noi deve imparare a lavorare non solo per sé stesso, per la sua famiglia o sua la nazione, ma a favore di tutto il genere umano. La responsabilità universale è la chiave per la sopravvivenza umana. È il miglior fondamento per la pace nel mondo.
La vera pace non è soltanto l’assenza di violenza o di guerra… Una mera assenza di guerra non è una pace genuina e duratura del mondo. La pace si deve sviluppare sulla reciproca fiducia.
Non rinunciare mai. Qualunque cosa accada, non rinunciare mai. Sviluppa il cuore: nel tuo paese si spende troppa energia per sviluppare la mente invece del cuore. Sii compassionevole non solo coi tuoi amici, ma con tutti gli esseri. Datti da fare per la pace nel tuo cuore e nel mondo. Datti da fare per la pace e io ti dico ancora: non rinunciare mai. Qualunque cosa succeda, qualunque cosa accada intorno a te, non rinunciare mai.
In quanto monaco buddista, la mia preoccupazione si estende a tutti i membri della famiglia umana e, invero, a tutti gli esseri senzienti che soffrono. Credo che tutta la sofferenza sia causata dall’ignoranza. La gente infligge dolore agli altri per inseguire egoisticamente la propria felicità o soddisfazione.
Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama
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(Se siamo alla guida dell’auto) quando vediamo un semaforo rosso o un segnale di stop, possiamo sorridergli e ringraziarlo, perché è un bodhisattva che ci aiuta a tornare al momento presente. Il semaforo rosso è come una campana della consapevolezza. Possiamo aver creduto che sia un nemico che ci impedisce di giungere a destinazione, ma ora sappiamo che ci è amico, ci aiuta a resistere alla fretta e ci richiama alla realtà del momento presente dove possiamo incontrare la vita, la gioia e la pace.
Ogni giorno noi facciamo cose – noi “siamo” cose – che incidono sulla pace. Se siamo consapevoli della nostra vita, del nostro modo di vedere le cose, sapremo come mettere pace proprio nel momento presente, in cui siamo vivi.
Se avessi poteri soprannaturali, potrei portarvi in visita alla Terra Pura di Amitabha Buddha, o al Regno di Dio, se siete cristiani. Sono sicuro che là tutto sarebbe pulito e piacevole, con un bel paesaggio. Ma una volta là, come sarebbero i vostri passi? Potete esser sicuri che le vostre orme sulla Terra Pura non mostrerebbero tracce delle preoccupazioni e dei dispiaceri che vi siete portati dietro da questa samsarica vita terrena? Se porterete sulla Terra Pura preoccupazioni e dispiaceri, allora contaminerete la Terra Pura e la renderete molto meno pura! Per meritarvi la Terra Pura, perciò, dovete essere in grado di fare passi di pace e liberi dall’ansia già qui su questa terra samsarica.
Thich Nhat Hanh
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La pace è uno stato mentale naturale ed è in ciascuno di noi. È lì dal giorno in cui siamo nati e sarà sempre lì fino al giorno in cui moriremo. È il nostro dono più grande; e allora, perché pensiamo di non avere pace mentale? Sperimentare la pace è come guardarsi le mani. Di solito vediamo solo le dita e non lo spazio fra di esse. Nello stesso modo, quando osserviamo la mente, siamo coscienti della sua attività, come i pensieri ricorrenti e le mille e una sensazione associati ad essi, ma tendiamo a trascurare gli intervalli di pace fra l’uno e l’altro. Se dovessimo essere infelici o tristi ogni minuto delle ventiquattr’ore del giorno, che cosa ci accadrebbe? Penso che finiremmo tutti al manicomio!
Thynn Thynn
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Perché preoccuparsi di prendere e lasciare, di purezza e contaminazione, di sacro e profano, di giusto e sbagliato e così via? E’ tutt’uno spreco di energia: in codesto modo, quando mai si raggiungerà la pace?
Chien-ju
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Prima che per trent’anni avessi studiato lo zen, vedevo le montagne come montagne e le acque come acque. Quando giunsi a una conoscenza più profonda, vidi che le montagne non sono montagne e le acque non sono acque. Ma ora che ho raggiunto la vera sostanza del conoscere, sono in pace, perché ora vedo le montagne ancora una volta come montagne e le acque come acque.
Ch’ing yüan
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“Ogni volta che una serie di ansietà invade la vostra mente, rifiutatevi di accettarle; attendete con calma, nel mentre cercate il rimedio. Disperdete le angustie con la potente sostanza della vostra pace.”
Paramahansa Yogananda
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“Vivete ogni presente istante completamente ed il futuro sarà confortante. Gioite pienamente della meraviglia e della bellezza di ogni momento. Praticate la presenza della pace. Più fate così, più sentirete la presenza di quella forza nella vostra vita.”
Paramahansa Yogananda
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Edificate il vostro ambiente interiore. Praticate il silenzio! Ricordo la meravigliosa disciplina dei Grandi. Quando eravamo soliti parlare e chiacchierare, essi ci dicevano: “Tornate nel vostro castello interiore.” Era molto difficile comprenderli, ma ora capisco la via della pace che ci veniva mostrata.
Paramahansa Yogananda
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“Il denaro, la gloria, i piaceri, l’amore, la giustizia, la pace, e così via. Ciascuno secondo il suo temperamento esige qualcosa. È pronto a smuovere il mondo intero per ottenere ciò di cui ritiene di aver bisogno; e ci sono talmente tante cose da reclamare! Ma avete sentito spesso qualcuno dire: «Ho bisogno di luce, mi occorre la luce»? No, per la maggioranza degli esseri umani, la luce non rappresenta granché, e se è proprio questa che manca loro, essi non ne vedono le conseguenze. Ecco invece che appunto le conseguenze della mancanza di luce sono molto gravi: tutte le difficoltà e le tribolazioni dell’umanità hanno come causa la mancanza di luce. Colui che non ha la luce si espone al rischio di non ottenere ciò che cerca, oppure, se ci riesce, a non conservarlo. Credete che senza la luce si possa avere per lungo tempo l’amore, la giustizia e la pace?”
Pensiero del giorno 15/11/2007 – Omraam Mikhaël Aïvanhov
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La pace che pervade il cuore non può mai essere scossa per nessuna ragione; solo una pace di questo tipo è degna di tale nome.
Sai Baba
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La pace non è assenza di guerra: è una virtù, uno stato d’animo, una disposizione alla benevolenza, alla fiducia, alla giustizia.
Baruch Spinoza
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La felicità e la pace del cuore nascono dalla coscienza di fare ciò che riteniamo giusto e doveroso, non dal fare ciò che gli altri dicono e fanno.
Mahatma Gandhi
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Un uomo di pace non è un pacifista, un uomo di pace è semplicemente un lago di silenzio.
Osho, Zen: The Path of Paradox, Vol. II
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La pace non è una paradisiaca condizione originaria, né una forma di convivenza regolata dal compromesso. La pace è qualcosa che non conosciamo, che soltanto cerchiamo e immaginiamo. La pace è un ideale.
H. Hesse
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La pace interiore è un primo essenziale passo per il raggiungimento della pace nel mondo. Come si coltiva? È molto semplice: in primo luogo realizzando chiaramente che l’umanità è una sola, che gli esseri umani in tutti i Paesi sono membri di una stessa famiglia.
Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama
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La luce è in noi, la verità è in noi, la pace è in noi, il Regno di Dio è in noi, ed è qui che dobbiamo cercarli.
Omraam Mikhaël Aïvanhov