La tua bontà d’animo, la tua religiosità implicita t’inducono – spesso e volentieri – a credere pressoché supinamente a qualunque pseudo-autorità si arroghi il diritto di organizzarti la vita, ossia di stabilire a priori ciò in cui dovrai confidare e, di conseguenza, quali dovrebbero essere le tue aspettative. Sennonché i risultati si dimostreranno – con il tempo – quasi sempre catastrofici. D’ora innanzi medita sempre sulle tue dipendenze psicologiche. Un esempio.
Non prestar fede cieca ai cosiddetti riformatori, a coloro che promettono di stravolgerti l’esistenza in meglio, agli oratori provetti che spacciano frottole balzane come straordinari successi. Semmai dai ascolto al tuo buonsenso, alla tua innata capacità di giudizio critico e discrimina tra quelli che si affannano per la tua cosiddetta salvezza mentre in realtà si stanno prodigando solo per il loro misero tornaconto, da una parte; e chi ti vorrebbe semplice-mente felice.
Strane, queste considerazioni, chi può mai averle scritte? Provengono da uno sgualcito libello … ma dal futuro, ovviamente, e con il senno di poi …
Cronache dal futuro
Così, a ridosso di qualche stralcio
dei pochi tra i ricordi
che ancora affiorano, nonostante sbiaditi,
mi commuovo per la semplicità di quelle scene quasi avite
in cui il più umile era un viandante, ma senza via,
un poeta, ma senza versi,
una madre e con tanti figli che non riusciva neppure a sfamare
giacché l’ennesimo arrivista di turno
s’era venduto l’anima,
nel 2020.