«Se il meditante osserva l’impermanenza della sensazione – gradevole, sgradevole o neutra che sia – nel proprio corpo, se ne osserva il declino, lo svanire, la cessazione e osserva nel contempo l’abbandono dell’attaccamento a tale sensazione, allora i condizionamenti nascosti della sete di sensazioni vengono eliminati. (Samyutta Nikaya, 36)»
Quesito
Sono diversi anni che pratico la meditazione. Da moltissimo tempo, sia ad occhi aperti che chiusi, vedo colori. Viola luminosissimo che si contrae, si espande, per poi trasformarsi in una luce bianca bellissima e di nuovo il viola o il rosso chiaro, qualche volta anche il giallo. Provo serenità e pace, ma questi colori mi distraggono, non sono più concentrato su me stesso. Mi perdo in queste visioni così belle. Mi potete aiutare?
Risposta
Se pratichi da molto dovresti saperlo. Osservi, prendi atto, ed i fenomeni, luminosi o altro, fluiscono, perché nulla è definitivo. C’è solo un cambiamento continuo. Persino il silenzio non è vera quiete. Si tratta, in realtà, di armonia. La luce bianca diventa chiarore indistinto, una sorta di luminescenza ancestrale. L’unica cosa che posso dirti, sempre sulla base della mia esperienza, è di osservare senza giudicare o riflettere. Non attenderti, quindi, nessuna realizzazione particolare se non brevi momenti di pausa. Il resto, cioè la contentezza nel vedere quanta bellezza ci circonda, senza averlo mai meritato e nemmeno pensato o sperato è la sola vera ricompensa per non essere stati distratti.
Soffermati a vedere, ad ascoltare, a prestare attenzione senza divagare disordinatamente. Riappropriamoci della nostra stessa mente. Quella che chiami concentrazione su te stesso non è una pratica, ma il risultato dell’essere stato perseverante, compassionevole, comprensivo, paziente. Quanto più ti rilassi, tanto più ti sentirai, concentrato. Ovviamente non si tratta di una conseguenza diretta o immediata. Accade … che l’amore o la forza o la gioia rifluiscano, si manifestino senza che nessuno li abbia tanto meno nemmeno invitati.