Nell’abbraccio silenzioso della meditazione, ci ritroviamo a percorrere i sentieri tracciati dal Buddha e dai suoi devoti discepoli. In un tempo senza tempo, monaci erranti si avvicinavano al maestro per attingere alla saggezza dell’essere, in un viaggio che trascendeva la distanza e il silenzio. La quiete della notte si univa alla pace interiore, mentre Ananda, fedele attendente, sussurrava domande al Buddha, cercando insegnamenti nella tranquillità dell’attimo. Ma il Buddha, con la sua presenza, impartiva la lezione più profonda: la felicità risiede nel semplice atto di sedersi insieme, nel qui e ora, in piena consapevolezza. Questo racconto, tratto dalle parole di Thich Nhat Hanh, ci invita a scoprire la gioia e la presenza mentale in ogni momento della giornata, ritrovando la nostra vera casa nel cuore della meditazione.
“Ai tempi del Buddha centinaia di monaci andavano a trovarlo per ricevere i suoi insegnamenti. A volte arrivavano la sera tardi e uno degli attendenti del Buddha li invitava a entrare e a sedersi con il Buddha e con il suo sangha. A volte gli studenti del Buddha camminavano un mese intero prima di arrivare nel posto dove risiedeva al momento. Non c’era il telefono per annunciare il loro arrivo, così spesso arrivavano inaspettati.
Una volta arrivarono centinaia di questi monaci viaggianti e si sedettero in pace insieme al Buddha fino a mezzanotte; a mezzanotte Ananda, l’attendente del Buddha, si avvicinò molto silenziosamente al Buddha e gli disse con delicatezza: “Signore Buddha, è mezzanotte. Desideri insegnare qualcosa ai monaci?”. Il Buddha non disse nulla, si limitò a restare seduto in meditazione. Ananda tornò al suo posto e si sedette a sua volta. Alle due del mattino Ananda si alzò di nuovo, si avvicinò silenziosamente al Buddha e disse: “Onorato dal | mondo, sono le due del mattino. Vuoi insegnarci qualcosa adesso? Puoi cominciare a insegnare”. Di nuovo il Buddha continuò a restarsene seduto tranquillo e non disse niente. Ananda tornò a sedersi al suo posto fino alle cinque del mattino. Alle cinque si alzò e con passi leggeri andò di nuovo dal Buddha: “Sono le cinque del mattino. Vuoi dire qualcosa? Vuoi insegnarci qualcosa?”. Finalmente il Buddha guardò Ananda e gli chiese: “Ananda, di che cosa vuoi che parli? Non è sufficiente poter restare semplicemente seduti a meditare insieme? E già una felicità sufficiente; che cosa dovremmo dire?”.
Restare seduti insieme basta a renderci felici. Quando sediamo in piena consapevolezza siamo davvero qui, nel momento presente. Siamo realmente tornati a casa; siamo davvero arrivati. Se avrai un tempo e un luogo riservato a startene seduto in questo modo, tranquillo e in pace, nella tua casa, scoprirai che non vedi l’ora di tornare a casa.”
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– Thich Nhat Hanh su wikipedia
– EsserePace.org – Thich Nhat Hanh