La meditazione accade, in primo luogo, a partire dal momento in cui la mente si ferma spontaneamente. Ciò può succedere in svariati modi. Il più semplice e immediato – vedi, ad esempio, i Koan Zen – è una sorta di cortocircuito dell’abituale dialogo razionale. La risposta più logica e coerente – a qualunque evenienza o dubbio si presenti – esita. L’ambiguità esistenziale ti assale e tu… taci. Leggiamo una breve nota esemplificativa di Thich Nhat Hanh.
«Immagina che io voglia accendere una candela spenta usandone una accesa in modo da produrre un’altra fiamma. La seconda fiamma è identica alla prima oppure è del tutto diversa? Questa è meditazione.
Quando prendi l’album di famiglia e guardi una fotografia di te a cinque anni vedi che il bambino o la bambina che vi sono raffigurati sono molto diversi da chi sei adesso. Tu sei la stessa persona ritratta in quella foto oppure una persona diversa?
Appari enormemente diverso, a livello di forma. E hai sentimenti, percezioni, formazioni mentali e coscienza molto diversi da quelli che avevi allora. Sei piuttosto differente da quella bambina o da quel bambino. Quindi sei la stessa persona oppure una persona del tutto diversa?
Questo è un esempio di un altro insieme di nozioni chiamate identità e alterità. Non sei completamente lo stesso, ma non sei del tutto diverso.»
(Da: “Le quattro verità dell’esistenza”, Thich Nhat Hanh)
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– Thich Nhat Hanh su wikipedia
– EsserePace.org – Thich Nhat Hanh