Gli esseri, chiunque siano, possiedono o non possiedono la natura di Buddha? La domanda è, di per sé, piuttosto accattivante, come peraltro tutte le argomentazioni che hanno per tema la realtà ultima. Fa’ un semplice, immediato, estemporaneo tentativo, prova a rispondere tu, così, su due piedi, senza nessuna preparazione, diciamo per intuito, ovviamente prima di leggere il commento di Yasutani-roshi, il maestro di Kapleau, al koan Mu di Joshu. Non perder tempo a inoltrarti in subdole e fuorvianti razionalizzazioni: un cane la possiede o non la possiede? Una traccia, la risposta più opportuna ti lascerà senza parole.
“Oggi esamineremo il primo racconto del Mumonkan, dal titolo «Joshu [e la natura intrinseca del] cane». Leggerò dapprima il koan e poi il commento di Mumon:
Un monaco in tutta serietà chiese a Joshu: «Un cane possiede o no la Natura di Buddha?». Joshu rispose: «Mu!» [(Alla lettera: “No”, “Non la possiede” oppure “Nulla”)].
Commento di Mumon: Nella pratica dello Zen si deve attraversare la barriera innalzata dai patriarchi. Per ottenere quella meraviglia che è detta illuminazione, bisogna recidere tutti i pensieri [discriminativi]. […]
Che cos’è dunque questa barriera innalzata dai patriarchi? È il Mu, la barriera del supremo insegnamento. […]
Non considerate il Mu come vacuità e non concepitelo in termini di esistenza e non-esistenza. […]
La stanza di Mumon
Un cane, Natura di Buddha!
È la rappresentazione del tutto, dell’imperativo assoluto!
Se si comincia a pensare: «La possiede» o «Non la possiede»,
Si è simili a un cadavere.
[…]
Tutti i fenomeni sono trasformazioni della Natura di Buddha o Natura del Dharma.
Qual è l’essenza di questa Natura di Buddha o del Dharma? Nel Buddhismo è chiamata ku [sunyata]. Ora, il ku non è una mera vacuità. È ciò che è vivo, dinamico, privo di massa, mobile, trascendente l’individualità o la personalità – la matrice di tutti i fenomeni. […] Con l’esperienza dell’illuminazione […] si comprende l’universo del ku. Questo universo – mobile, privo di massa, trascendente l’individualità o personalità – è al di fuori dell’immaginazione. […]
Non bisogna parlare della «Natura di Buddha» come di una cosa particolare. Tale è il significato del Mu di Joshu. Perciò è chiaro che il Mu non ha nulla a che fare con l’esistenza o la non-esistenza della Natura di Buddha, ma è la natura di Buddha stessa. […]
La prima strofa della stanza di Mumon dice: «Un cane, Natura di Buddha!» – non c’è bisogno del termine ‘natura’. «Un cane è Buddha» – ‘è’ è ancora superfluo. «Un cane, Buddha» – è ancora una ridondanza. «Un cane!» – basta dire questo! O anche «Buddha!». Si sprecano parole quando si dice: «Un cane è Buddha!». Basta dire: «Cane!». Esso è in tutto e per tutto un Buddha.”
(Dal commento di Yasutani-roshi, il maestro di Kapleau, al koan Mu di Joshu)
– Philip Kapleau, I tre pilastri dello zen (macrolibrarsi)
– Philip Kapleau, I tre pilastri dello zen (amazon)
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– Philip Kapleau – Wikipedia