Brano tratto da un’introduzione alla meditazione di visione profonda del Ven. Sujiva, “Istruzioni per far placare i vulcani”.
Lo stesso principio usato nella meditazione camminata è applicabile alla meditazione seduta, con la sola differenza degli oggetti primari. Quale principio?
Il principio della osservazione consapevole in tre punti:
1. essere consapevole;
2. seguire o prestare attenzione all’oggetto di osservazione consapevolmente;
3. osservare la Natura dell’oggetto senza pensare e senza concetti;
Questa Natura qui si riferisce al processo delle sensazioni che vanno a comporre l’oggetto che stiamo osservando.
Mentre si sta camminando, si seguono con attenzione i passi e si osserva il processo delle sensazioni che costituiscono la camminata stessa. Nella meditazione seduta si usano le sensazioni dell’addome mentre si respira. Alcuni comunque, utilizzano le sensazioni del respiro alla base del naso.
Abitualmente per meditare ci si siede a gambe incrociate con la schiena dritta e gli occhi chiusi.
Coloro che hanno problemi alle ginocchia possono sedere su una seggiola. In questo caso non appoggiatevi allo schienale dal momento che ciò non vi aiuterà molto nel mantenere l’attenzione ma potrebbe aiutarvi nel rilassarvi completamente fino ad addormentarvi, nel qual caso, potreste anche coricarvi.
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Respirate normalmente, e mentre lo fate, mantenete una attenzione consapevole alle sensazioni del movimento mentre l’addome si alza e si abbassa.
Ripetete mentalmente alzare e abbassare in relazione ai rispettivi movimenti.
Per aiutare i principianti a seguire le sensazioni di movimento, si può tenere il palmo della mano leggermente appoggiato sull’area dell’addome fino a che ci si familiarizza con l’oggetto.
Quando la mente divaga su altri oggetti come pensieri, suoni, pruriti e così via, richiamiamo la nostra attenzione appena ce ne rendiamo conto, notando mentalmente, pensare, udire, etc. e poi torniamo all’oggetto originario.
Noterete che quando provate a praticare in questo modo, la mente diventerà evasiva e intrattabile. Bene almeno cominciate a conoscervi meglio e a fare qualche cosa in proposito!
Con la pratica, la mente divagherà meno e starà più a lungo con i movimenti di alzare e abbassare. Poi si può procedere al prossimo gradino di una osservazione più accurata. Da principio si possono percepire solo movimenti di alzare e abbassare. Con un po’ di sforzo, si può notare molto di più. I movimenti variano grandemente di volta in volta. Possono essere lunghi o brevi, veloci o lenti, dolci o più bruschi e così via. Anche all’interno del singolo movimento di alzare dell’addome ci possono essere molte varie sensazioni che sorgono e passano. Ancora alla fine ci saranno solamente dei semplici processi della mente e dei suoi oggetti. Da ultimo, il dolore è l’ultima risorsa prima di rinunciare. Provate a ignorarlo se è un dolore di poco conto, ma se persiste e cattura la vostra attenzione, allora dovrete farlo diventare il vostro oggetto primario di osservazione. L’idea è di farne uso per esercitare la consapevolezza (e in questo caso la pazienza). Il principio dell’osservazione in tre punti può essere applicato anche qui. Dapprima dovete osservare il dolore con consapevolezza. Poi osservatelo per un po’ di tempo senza esserne irritati. Se riuscite a fare questo, allora potete osservare nella Natura del dolore, se esso è acuto o intorpidito. Può anche essere un dolore da stiramento, torsione o tagliente. Ci sono molte più varietà di dolore di quel che potete immaginare e ciò può risultare molto interessante.
Dopo aver fatto tutto questo, potete procedere a scoprire il suo processo, come sorge, cambia e si dissolve. E’ possibile ottenere una profonda comprensione della nostra stessa Natura attraverso l’osservazione del dolore. Il dolore fa parte del nostro personale processo di sviluppo. Solo quando non riusciamo più a sopportarlo possiamo alzarci.
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– Ven. Sujiva piandeiciliegi.it
– https://en.wikipedia.org/wiki/Sujiva