Osho tratteggia, con la semplicità e la snellezza che gli sono proprie, una delle principali tecniche di meditazione del Buddhismo, la Samatha. Per chiarezza descrittiva si attiene, ovviamente, all’essenziale. Ciò non toglie che, anche solo seguendo queste sobrie, stringate istruzioni, non sia possibile, comunque, incamminarsi celermente sull’incommensurabile via della consapevolezza tout court; della pratica meditativa per antonomasia. A volte i metodi più semplici e immediati sono considerati con relativo sussiego, ma nel caso di questo straordinario approccio al mondo sovrasensibile dell’interiorità non dovrebbe essere affatto così. Vi basti considerare che la meditazione samatha è stata da sempre una prassi, a dir poco, fondamentale. Per una sua descrizione, alquanto dettagliata, ci affidiamo dunque all’insuperabile Osho …
«Siedi in silenzio e comincia a osservare il tuo respiro. Il punto di osservazione più semplice è all’entrata del naso.
Quando il respiro entra, avvertine il contatto all’inizio del condotto nasale: osservalo da quel punto. Il contatto sarà più facile da osservare, il respiro sarebbe troppo sottile: all’inizio limitati ad osservarne il contatto.
Il respiro entra e tu lo senti entrare: osservalo. E poi accompagnalo, seguilo. Scoprirai che a un certo punto si arresta. Si ferma da qualche parte vicino all’ombelico, poi si arresta. Quindi, risale verso l’esterno: seguilo, di nuovo percepisci il contatto del respiro che fuoriesce dal naso.
Seguilo, accompagnalo verso l’esterno: di nuovo arriverai a un punto in cui per un attimo brevissimo il respiro si arresta. E il ciclo riprende un’altra volta.
Inspirazione, pausa, espirazione, pausa, inspirazione, pausa …
Quando il respiro è entrato in te e si è fermato, non c’è nessun movimento. Oppure quando il respiro esce e poi si arresta, e non esiste alcun movimento.
Ricorda, non lo devi arrestare tu: si ferma da solo. Se lo interrompi volontariamente, quell’istante ti sfuggirà, perché la volontà interferirà. Tu non devi interferire. Non devi alterare il ritmo della respirazione, non devi né inalare né esalare.
Non alteri affatto il tuo respiro, lasci spazio al suo fluire naturale, alla sua naturalezza. Lo segui quando esce e lo segui quando entra.
Tu sei presente, assolutamente presente: sei perfettamente consapevole, assolutamente cosciente.
Trova un luogo comodo dove sederti per 15-30 minuti. E’ bene sedere alla stessa ora e nello stesso punto ogni giorno, ma non necessariamente in un posto silenzioso. Sperimenta finché non trovi la situazione in cui ti senti a tuo agio.
Puoi fare una o due sedute al giorno, ma non fare mai una seduta se non è trascorsa almeno un’ora da quando hai mangiato, e aspetta almeno un’ora dopo la seduta, prima di andare a dormire.
E’ importante sedersi con la testa e la schiena erette. Gli occhi devono restare chiusi e il corpo dev’essere il più fermo possibile. Puoi usare un seggiolino da meditazione o una sedia, oppure dei cuscini sistemati come meglio credi.
Non esiste una tecnica di respirazione particolare: va benissimo il respiro naturale. La Samatha si basa sulla consapevolezza del respiro, per cui si devono osservare semplicemente l’inspirazione e l’espirazione in qualsiasi punto del corpo in cui si riesce ad avvertirne maggiormente la sensazione: all’altezza del naso o dello stomaco o del plesso solare.
Samatha non è concentrazione e non si tratta di osservare il respiro per un’ora intera. Quando affiorano pensieri, emozioni o sensazioni, oppure quando sorge in te la consapevolezza di un suono, di un odore, o della brezza all’esterno, lascia semplicemente che la tua attenzione li segua.
Qualsiasi cosa affiori può essere osservata come una nuvola che scorre nel cielo: non ti ci devi attaccare, né la devi respingere. Ogni volta che puoi scegliere cosa osservare, torna alla consapevolezza del respiro.
Ricorda, non devi aspettarti nulla di speciale. Non esiste successo né fallimento, né vi sarà progresso. Non c’è nulla da capire o da analizzare, ma possono insorgere intuizioni di qualunque tipo. Le domande e i problemi possono essere visti come misteri con cui divertirsi. Lascia che ogni tuo pensiero scivoli via come gocce d’acqua che scivolano sul vetro di una finestra.»
(Da: Osho – Il Libro Arancione)
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– Osho Rajneesh – Wikipedia
– Oshoba.it
– Aforismi di Osho