Provare a superare la propria sofferenza, bypassandola, ignorandola? Non direi proprio! Qualunque tentativo in proposito potrebbe rivelarsi inutile. L’infida farebbe capolino tra gli anfratti della peculiare incolpevole coscienza ripresentandosi, talvolta, con un nuovo equivoco aplomb, quindi, ahimè, sotto mentite spoglie, ma sarebbe sempre lì, insidiosa, ambigua e sleale come non mai. Tuttavia la svolta accadrà quando – invece di cimentarsi con la propria sofferenza – ci si prodigherà piuttosto per “divenire capaci” di aiutare gli altri, casomai chiunque. Sarà dunque una retta motivazione – al di là di qualunque pur coscienzioso quanto virtuoso sforzo – a liberarci. Solo così – afferma candidamente il Dalai Lama – potremmo divenire dei Buddha … ma leggiamolo, in breve, dalle sue stesse parole.
«Liberare se stessi dalla sofferenza è tuttavia soltanto una parte della ricerca.
Così come voi stessi non volete neanche la minima sofferenza e volete soltanto felicità, così vogliono anche tutti gli altri.
Tutti gli esseri sono uguali nel senso che hanno una naturale tendenza a desiderare la felicità e la libertà dalla sofferenza.
Tutti gli esseri hanno lo stesso diritto alla felicità e alla libertà dalla sofferenza.
Essere consapevoli di ciò e continuare a operare soltanto per la propria liberazione è in sé impresa ben piccola.
Ma se la motivazione che ci guida è essere capaci di aiutare gli altri, possiamo raggiungere lo stato onnisciente e con esso la capacità di beneficare ogni essere vivente.
Possiamo diventare Buddha noi stessi.»
– Dalai Lama (amazon)
– Il Dalai Lama (macrolibrarsi)
– Dalai Lama – Wikipedia
– Frasi celebri del Dalai Lama