La maggior parte di coloro che si avvicinano alla meditazione cercano, tra le molteplici opportunità che, più o meno esplicitamente vengono promesse dalla propaganda spirituale tout court, nuove, se non entusiasmanti, ma comunque gratificanti esperienze. Senonché c’è un quid, un insondabile prerequisito senza di cui il proprio panorama esistenziale rimarrà comunque identico a se stesso. Di che si tratta? È la calma. Non, invero, uno stato d’animo indotto da chissà quale pratica alienante, ottundente e ripetitiva. Bensì la calma che si percepisce non appena ci si affaccia davvero sulla soglia dell’empireo subliminale, dell’interiorità più recondita. Ma siamo certi che questa benedetta calma sia sul serio quella panacea – determinante e conclusiva – ambita dunque dai ricercatori spirituali di ogni risma ed estrazione? In realtà, così come sostiene – con cognizione di causa – Jiddu Krishnamurti, quella calma è la base di partenza, giammai la meta […]
Una mente calma non cerca alcuna esperienza. E proprio perché non cerca nulla, in lei non c’è alcun movimento che proviene dal passato; quindi è libera dal conosciuto. In quella calma, se l’avete scoperta, vi rendete conto che esiste un movimento che non può essere riconosciuto, non può essere definito, non può essere descritto a parole; è un movimento che proviene dall’immensità dell’inconoscibile. È eterno perché non ha nulla a che fare né col tempo, né con lo spazio, né con qualcosa che si possa sperimentare. Lì non c’è nulla da raggiungere, nulla da guadagnare. La mente che accoglie questo movimento conosce la creazione; non la creazione che attribuiamo a un pittore, a un poeta, a un divulgatore, ma quella creazione che non ha motivo e che può anche non esprimersi. Questa creazione é amore e morte.
Tutto questo, dall’inizio alla fine, è la via della meditazione. Un essere umano che voglia meditare deve capire se stesso. Non potete andare lontano se non conoscete voi stessi. Andrete solo dove vi portano le vostre immaginazioni e tutto quello che la vostra mente proietta rimane molto vicino, non va da nessuna parte e non vi porterà da nessuna parte. Meditazione vuol dire gettare le basi istantaneamente, immediatamente e creare in maniera naturale, senza il minimo sforzo, quella calma fondamentale. Solo allora potrà esserci una mente che è al di là del tempo, al di là dell’esperienza, al di là della conoscenza.
– Jiddu Krishnamurti –
– Jiddu Krishnamurti (amazon)
– Krishnamurti (macrolibrarsi)
– Jiddu Krishnamurti – Wikipedia
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