Oddio, l’amore, questa sorta di profumo impalpabile che taluni credono – e quindi suppongono o s’illudono – di trovare a ogni pie’ sospinto, tra le pieghe dei pensieri più riposti come tra gli ammiccamenti più evanescenti. Già, l’amore cui si richiamano i poeti, i religiosi di ogni tradizione e che ciascuno crede d’intravedere persino tra le cose più semplici. Poi, c’è ancora chi lo confonde o assimila alla compassione, quindi all’umiltà se non alla spontaneità. Ebbene, cos’è l’amore? Credo proprio che sarebbe più semplice comprendere quale sia la sua vera origine, donde proviene, cioè da dove nasce… Per quanto mi riguarda, l’amore è la sostanza stessa della vita. Solo che a volte l’ego lo ricopre e ammanta di così tante nefandezze che se ne perdono spesso le tracce. Di tutto ciò e quant’altro argomenta Vimala Thakar in questo suo breve scritto…
«L’amore che sboccia nel rilassamento della paura, nell’eliminazione di tutte le autorità del passato, è qualcosa che non conosciamo affatto. Conosciamo molte sensazioni, emozioni condizionate che chiamiamo amore; conosciamo un tipo di affetto, quello del genitore per il figlio, o quello dell’amico per l’amico, ma è un tipo di affetto centrato nella coscienza egoica, radicato nella mente condizionata.
Una persona culturalmente educata, che funziona dal centro del ‘me’, può porsi in relazione al ‘non me’ con l’energia dell’affetto. Il centro del ‘me’ proietta un senso di ‘mio’ sulle cose e sugli oggetti che usa, sulle persone con le quali vive, sulla casa che lo ospita, con un senso di affetto, di tenerezza; l’attività egocentrica comprende così nei propri territori gli interessi degli altri, gli interessi della famiglia. Una specie di illuminato autointeresse è in opera; l’ego non oppone i suoi interessi al benessere di chi gli sta vicino.
Avete un figlio e dite: “È mio figlio”, e ve ne prendete cura. Il cerchio può essere esteso fino a includere la mia classe sociale, la mia comunità, il mio paese, ma è sempre il centro del ‘me’ che si sposta verso gli oggetti che costituiscono il suo interesse. Il centro del ‘me’ si muove verso gli oggetti; sentendosi costretto a porsi in relazione con essi, se ne impossessa nell’interesse del ‘mio’ ed estende l’energia dell’affetto. Un appassionato di musica incontra un musicista e immediatamente scatta qualcosa; c’è un’attrazione che conduce all’amicizia, e l’amicizia porta all’affetto. Ma il movimento dell’ego, anche come illuminato autointeresse, non ha nulla dell’energia, dell’amore, che è al di là della coscienza egoica.
L’ego è sempre sessualmente conscio. È la coscienza sessuale dell’ego che si traduce in tensione quando si è in presenza di qualcuno del sesso opposto. Se l’ego è purificato di tutta la coscienza sessuale, allora, in presenza di chiunque, non ci sarà tensione. Ma noi siamo ossessionati dalla coscienza sessuale, l’ego ne è intessuto. Questa coscienza è così profondamente radicata, che in presenza del sesso opposto c’è sempre una specie d’attrazione.
Vi piace qualcuno, siete attratti da quella persona; poi intervengono i vostri parametri, i vostri criteri ed emettete un giudizio: amate quella persona, ne siete pazzi, ne siete ossessionati. Contatto, attrazione, infatuazione, ossessione – conosciamo tutto ciò, ma questo non è amore. Potete essere ossessionati da qualcuno oggi, e l’anno prossimo potreste essere ugualmente ossessionati da un’altra persona. Tutto ciò può essere incentrato sulla coscienza sessuale; può essere basato su alcune affinità intellettuali o su interessi, abitudini, hobbies simili, ma il centro è sempre il ‘me’.
Dovremmo capire molto chiaramente che cosa non è amore. L’energia sessuale ha un ruolo molto significativo nella vita; ha la sua rilevanza, ma non è amore.»
[ Da: Vimala Thakar, “Vivere. Desiderio di libertà. La meditazione“ ]
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– https://en.wikipedia.org/wiki/Vimala_Thakar