La Prima Nobile Verità è la verità della sofferenza; nel mondo esiste la sofferenza. Quest’ultima è la traduzione della parola sanscrita dukkha. Il Buddha come ha scoperto questa verità? Quando si è guardato intorno ha visto povertà, malattia, vecchiaia e morte. Vediamo tutte queste cose nel corso della vita. La sofferenza è una realtà. Se non accettiamo tale verità non possiamo fare alcun progresso. C’è sofferenza dentro e intorno a noi.
Invece di tentare di rifugiarsi in interrogativi metafisici quali «Chi ha creato il mondo?» e «Qual è lo scopo della vita?» il Buddha cominciò dalla verità che scorgeva intorno a sé. Questa è la prima linea guida etica: dobbiamo osservare a fondo quanto sta succedendo intorno a noi prima di poterne capire le cause e tentare di trasformarlo.
Invece di viaggiare lontano con la nostra mente possiamo notare cosa riusciamo a vedere nel momento presente e possiamo chiamarlo con il suo vero nome. Questa è un’azione concreta, non una teoria filosofica. Possiamo osservare a fondo e vedere dove c’è sofferenza. Riuscire a essere davvero consapevoli della sofferenza e chiamarla con il suo vero nome è di grande utilità.
A quel punto sapremo esattamente quale tipo di medicina, quale tipo di guarigione ci servono per affrontare la nostra sofferenza e instaurare sukha, la felicità. Rivelare la verità su dukkha condurrà la verità della cessazione di dukkha.
Alcuni dicono che tutto è sofferenza. Non è vero. Questa è un’esagerazione di quanto affermato dal Buddha. Il Buddha ha detto che esiste la sofferenza ma non ha detto che non esiste nient’altro. Ci sono cause che provocano la sofferenza, ed è possibile arrivare allo stato di assenza di tali cause.
(Da: Le quattro verità dell’esistenza – Thich Nhat Hanh)
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– Thich Nhat Hanh (macrolibrarsi)
– Thich Nhat Hanh su wikipedia
– EsserePace.org – Thich Nhat Hanh