Quante volte ci sentiamo come fiori appassiti, privi di quella vitalità che ci rende luminosi? La metafora poetica di Thich Nhat Hanh ci rammenta che la freschezza interiore non è un raro dono, ma una qualità che possiamo coltivare in ogni istante attraverso il semplice miracolo del respiro. Non servono tecniche complicate o ritiri spirituali in luoghi remoti: la vera rivoluzione inizia quando impariamo a fermarci, ad ascoltare il fluire naturale dell’aria che entra ed esce, trasformando questo atto ordinario in un rituale di rinascita. La bellezza di questa pratica sta nella sua accessibilità – possiamo respirar consapevolmente mentre siamo seduti, in fila alla posta, o camminando sotto casa – e nella sua contagiosità: quando ritroviamo il nostro centro, diventiamo inconsapevoli fari per chi ci circonda. Non si tratta di eliminare le tempeste emotive, ma di imparare a navigarle con grazia, ricordando che ogni onda di rabbia o paura può essere accolta e placata dall’ampio oceano della nostra stessa presenza. Il segreto? Cominciare ora, proprio in questo momento, senza aspettare la prossima crisi, perché la pace non è una meta da raggiungere, ma un modo di viaggiare.
Ognuno di noi è un fiore
“Ognuno di noi è un fiore, ma qualche volta siamo un po’ appassiti e abbiamo bisogno di riacquistare vigore. Noi fiori umani abbiamo bisogno di aria. Se inspiriamo ed espiriamo profondamente, in modo cosciente, rifioriamo immediatamente. Possiamo respirare seduti, stando in piedi, coricati o camminando: dopo pochi minuti avremo riacquistato abbastanza freschezza da poter condividere il nostro fiore con gli altri.
I nostri amici hanno bisogno che noi siamo un fiore. Qualche volta potranno sentirsi tristi, ma nel vederci felici si ricorderanno del loro fiore e torneranno a sorridere. Ci sosteniamo l’uno con l’altro. Se sappiamo come far rivivere il nostro fiore quando non è più molto fresco, stiamo veramente servendo la comunità.
La meditazione è portare pace, gioia e armonia a noi stessi e agli altri. ‘Fermarsi’ è la base della pratica meditativa. Per mantenere la freschezza del nostro fiore dobbiamo imparare a fermare le preoccupazioni, le ansie, l’agitazione e la tristezza, così da poter trovare pace e felicità e sorridere ancora. Quando le cose non vanno, è bene fermarsi per impedire che le energie sgradevoli e distruttive continuino a operare. Fermare non vuol dire reprimere: significa prima di tutto calmare. Se vogliamo che l’oceano sia calmo, non gettiamo via la sua acqua. Senza l’acqua, non resta niente.
Quando ci rendiamo conto della presenza della rabbia, della paura e dell’agitazione dentro di noi, non è che dobbiamo sbarazzarcene. Dobbiamo soltanto inspirare ed espirare coscientemente, e già questo è sufficiente a placare la tempesta. Ma non c’è bisogno di aspettare una tempesta per iniziare a praticare. Quando non stiamo soffrendo, la respirazione cosciente ci fa sentire meravigliosi, e questo è il miglior modo per prepararci ad affrontare i problemi, quando si presenteranno.”
[Da: Thich Nhat Hanh – “Toccare la pace. La pratica dell’arte di vivere con consapevolezza”]
