Questa brillante e lapidaria citazione – “Diamo all’istante presente tutta la sua importanza” – di Roland Yuno Rech – maestro zen e insegnante di meditazione – cattura l’essenza della pratica meditativa. In un mondo frenetico e sempre più distratto, la meditazione emerge come un potente strumento per riconnettersi con sé stessi e sperimentare la profonda consapevolezza del momento presente. La meditazione è una pratica che ha lo scopo di portare la mente a uno stato di calma e, per l’appunto, di consapevolezza. Ma come si fa a meditare? E quali sono i benefici di questa disciplina?
In questo brano, un insegnamento orale, vi presentiamo i suggerimenti relativi di Roland Yuno Rech che ci invita – dunque – a porgere all’istante presente tutta la nostra cura. Scoprirete come la meditazione può aiutarvi a vivere l’attimo con più intensità e serenità, e come questo possa influire positivamente sulla vostra salute fisica e mentale.
«Dall’inizio di zazen, concentratevi bene sulla vostra postura. Inclinate bene il bacino in avanti e appoggiate fortemente le ginocchia al suolo. Siate seduti come se voleste che il fondo schiena non toccasse lo zafu e rilassate bene il ventre, in modo da potervi sentire radicati nella vostra postura seduta. A partire dalla vita allungate bene la colonna vertebrale, rilassando tutte le tensioni della schiena. Tirate la nuca, rilassate bene le spalle come se voleste spingere il cielo con la sommità del capo.
In zazen, il corpo è completamente tirato tra il cielo e la terra: è ciò che dà lo slancio alla postura, e permette all’energia di circolare bene.
Allo stesso tempo, si rilassano tutte le tensioni inutili: il viso è ben rilassato, lo sguardo è tranquillamente posato davanti a sé sul suolo, senza attaccarsi ad alcun oggetto visivo; quindi non è necessario chiudere gli occhi per concentrarsi. Essere concentrati non vuol dire fare il vuoto nel proprio spirito, ma non attaccarsi ad alcun oggetto di percezione, e quindi mantenere uno spirito completamente disponibile e ricettivo. Perfettamente presente all’istante, non distratto.
La bocca è chiusa e la lingua è contro il palato. Concentrarsi sull’immobilità della lingua aiuta a ad arrestare il dialogo interiore. In zazen abbandoniamo ogni tipo di discussione. Il mentale che crea delle divisioni è abbandonato. Il modo di funzionamento dello spirito che divide e separa viene calmato. Così, tutti i conflitti interiori che sono fonte di emozioni, di attaccamento, sono abbandonati: risolti alla radice.
Così, piuttosto che seguire i nostri pensieri, siamo attenti alla respirazione. All’inizio, la accompagniamo volontariamente, sforzandoci di andare fino in fondo ad ogni espirazione, al fine di correggere la brutta abitudine di respirare superficialmente.
In zazen, ritroviamo una respirazione profonda, che comincia col vuotare i polmoni, col fare posto. E così, essere ricettivi all’aria nuova che entra con l’inspirazione.
Ed è la stessa cosa per lo stato dello spirito: con ogni espirazione, lasciamo la presa dai pensieri che ci occupano. Li lasciamo tornare alla loro fonte, che non è altro che la vacuità. Così, possiamo trovare uno spirito nuovo a ogni istante.
Diamo all’istante presente tutta la sua importanza e notiamo, constatiamo che tutto il resto non è che fabbricazione mentale e illusioni. Così non intratteniamo, non diamo energie ai pensieri che riguardano il passato, il futuro. Ci concentriamo semplicemente a penetrare la realtà presente, qui in questo dojo, con questo sangha e queste montagne.»
[Sesshin di Ghigo di Prali diretta dal Maestro Roland Yuno Rech – Dai Bai Ojo: Lo spirito stesso è Buddha – Venerdì 9 maggio 2008, kusen (insegnamento orale del maestro ai discepoli durante zazen) delle 7:00]
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– Roland Yuno Rech — Wikipédia (wikipedia.org)
– Sesshin – Wikipedia
– Fonte