Checché si dica, comunque la si voglia intendere, la concentrazione è una delle vie maestre per accedere a un livello di consapevolezza relativamente più intenso, o elevato, se non profondo … Certo, questa è la via maestra dello yoga, che non si contrappone comunque ad altri approcci metafisici alla propria interiorità. Ciò che, in ultima analisi, conta davvero, è provare, esperire in pratica, scegliere un oggetto personale per la meditazione e convergere sul medesimo fintantoché … ne accenna, con l’incisività e la naturalezza che le fu peculiare, Mère – La madre – Mira Alfassa –, la discepola più autorevole dello straordinario yogi Sri Aurobindo.
D: Si può distinguere il momento della perfetta concentrazione dal momento in cui, a partire da questa concentrazione, ci apriamo all’Energia Universale?
M: «Sì. Concentrandovi su qualcosa o semplicemente raccogliendovi quanto più vi è possibile otterrete una specie di perfetta concentrazione; se potete sostenere questa perfezione per un arco di tempo abbastanza lungo, allora una porta si aprirà e passerete oltre il limite della coscienza ordinaria, entrando in una coscienza più profonda o elevata. Oppure andrete dentro di voi. Allora potrete sperimentare come una luce abbagliante, una meraviglia interiore, una beatitudine, una conoscenza completa, un silenzio totale.
Ci sono senza dubbio molte possibilità, ma il fenomeno è sempre lo stesso.
Per avere questa esperienza tutto dipende dalla vostra capacità di mantenere la concentrazione abbastanza a lungo al suo più alto grado di perfezione.»
D: Per avere l’esperienza è necessario concentrarsi ogni volta?
M: «All’inizio sì, perché non avete la capacità di trattenere quanto avete acquisito; per mantenere la concentrazione al suo apice, slittate all’indietro e perdete anche la memoria dell’esperienza avuta. Ma se per una volta seguite una strada, sarà più facile seguire la stessa strada una seconda volta e così via. La seconda concentrazione è dunque più facile della prima. Dovete perseverare nella concentrazione fino a quando arriverete al punto di non perdere più il contatto interiore.
Da quel momento in avanti dovete restare in questa coscienza interiore e superiore dalla quale potete fare tutto. Vedete il vostro corpo e il mondo materiale e sapete cosa va fatto e come va fatto.
Quello è il primo scopo della concentrazione, ma naturalmente non è l’ultimo.
Per raggiungere quella concentrazione è necessaria molta applicazione: un risultato immediato o anche rapido raramente è possibile. Ma se la porta interiore è stata aperta una volta, potete essere certi che si aprirà ancora, se saprete perseverare.
Finché la porta non è stata aperta, potete dubitare delle vostre capacità, ma una volta aperta, nessun dubbio è possibile, se andrete avanti con volontà e aspirazione.
Questa esperienza ha un valore considerevole.»
(Da: Mère – Conversazioni)
– Mère ( La madre) – Mira Alfassa –
– Tutti i libri di Mère (La madre) – Mira Alfassa – Macrolibrarsi
– L’agenda di Mère – (amazon)
– Mirra Alfassa – Wikipedia