Riprendo le mie riflessioni. Se stai bene trovi da dire e ridire su tutto. Anche se in apparenza te ne astieni, la macchina del Super-io – da non confondere con la supercoscienza – è in piena attività. Trovi inadeguato il comportamento di Tizio, inopportune le scelte di Caio, senza citare Sempronio che ti appare letteralmente freddo. Infine, ciliegina sulla torta, c’è la politica del leader Simplicio che, nel migliore dei casi, privilegia gli interessi di coloro che ritiene i propri elettori ignorando, di fatto, le minoranze – ma che sono pur sempre milioni – che sopravvivono in una sorta di precarietà senza sbocchi; e non è pessimismo, è la realtà.
Se stai male o sei stato, seppur in modo mellifluo e sottile, intimidito, impaurito – e i media non ti danno tregua dipingendoti un quadro d’assieme oltremodo distorto – allora ti arrendi, accetti, subisci. Che fai? Ci rimetti le penne? No, l’istinto di sopravvivenza prevale, dapprima non demordi, raccatti ciò che puoi e vai a stenti. Sennonché, in un secondo momento, molli tutto, ti raccogli nel tuo sano e invidiabile cantuccio interiore e resti lì, senza pensieri, senza speranze, col tuo centro, che al momento è tutto ciò che conta. Quindi l’osservi, lo scruti, ne fai parte finché, di punto in bianco, non si espande, diviene il cielo limpido. Ne cogli d’acchito l’implicita gioia e, pertanto, senza motivo apparente, rimetti in moto la ruota …
Poi, infine, ci ripensi. E se mi soffermarsi un istante su quel seme d’aurora quando il pensiero è come un bisturi che valorizza il buono e sovrascrive il peggio? Bene, in quell’attimo rifletti sulle circostanze, immagina uno scenario diverso. Il leader Simplicio che si adopera per i più deboli, ossia i meno agguerriti, per offrire una vera opportunità a chiunque, per non lasciare indietro nessuno. Ovviamente potrebbe accadere pure che l’agnello – la vittima sacrificale – si specchi e si accorga di essere già un leone.
Ciascuno di noi è già, di per sè, un leone. Rilassati, distenditi, chiudi gli occhi e cerca il tuo vero volto. Se può esserti utile per conquistare una relativa quiete, osserva l’andirivieni spontaneo del respiro, intercetta i pensieri prim’ancora che sorgano. Se tutto ciò non bastasse e la tua disposizione d’animo fosse particolarmente ricettiva, prega il Facitore, l’Artefice, affinché ti riveli l’essenza, l’origine. Qualora tutto ciò non fosse ancora sufficiente escogita mille e uno artifici: medita camminando, persegui l’equilibrio, segui, cioè, la via di mezzo che annienta le velleità superflue; osserva l’apparente vuoto interiore … E risorgi, giacché la tua vera natura non è quella di una vittima, ma di uno Yogi, di un vincitore.