Meditare significa anche riflettere. La meditazione è un trampolino di lancio che mira alla consapevolezza, ma – nel nostro caso – più umilmente alla chiarezza. Con ciò non voglio dire di riuscirci sempre. Ci provo, nella paziente attesa che le nuvole si diradino, che un vento benefico le dissolva restituendogli la loro beneamata natura originaria.
Barzellette viventi
E un’immensa risata li seppellirà. Siate seri, guardatevi intorno. Ecco, il sipario non si è nemmeno ancora sollevato, ma voi vedete già quel tizio che fa di tutto per apparire un distinto signore con l’uso finemente accorto di tutta una serie d’ammennicoli sapientemente – si fa per dire – scelti e distribuiti come ad esempio: l’abito dalla foggia più adeguata alle circostanze pubbliche che si accinge a interpretare; la cravatta dal colore più appropriato che tuttavia risalta per tentare di distogliere l’attenzione dai suoi veri scopi evitando che gli astanti, specialmente quelli televisivi, si focalizzino eccessivamente sul suo vero volto, e così via …
Siate seri. Osservate con attenzione il cipiglio pressoché metodico con cui interpreta la farsa del suo ruolo pubblico, la cadenza dell’intercalare metallico, quasi distaccato. Sennonché quando si muove, per quanto tenti di sembrare rigido, ma forse proprio per questo, ciondola. Bene, ma dove credete propenda, verso destra, sinistra? Non sia mai! S’inclina leggermente in avanti per ritrovarsi poi un tantino all’indietro in modo che il bilancio delle tendenze sia, tuttavia, teso al futuro, alla crescita, quella sua. O almeno ci prova.
Perbacco, mi sono perso. Stavo parlando del politico tal de’ tali. Stavo riflettendo sul fatto che se l’osservi in trasparenza ti rendi subito conto della finzione a cui, probabilmente, non crede nemmeno lui stesso. L’osservi e un sorrisetto ti sale, prima lieve, appena accennato, poi più deciso. Ti rendi conto della barzelletta vivente che in realtà rappresenta e finalmente apprezzi i comici, stavolta si, ma quelli veri …
Naturalmente non ci saranno solo coloro che si limiteranno a sorridere perché li hanno visti nudi così come sono realmente, perché hanno riconosciuto la loro vera indole, perché si sentono estremamente delusi o truffati, se non depredati, perché … Le motivazioni, tutte soggettive, se preferite relativamente opinabili, ma comunque fondate, si affastellano le une sulle altre e si leggono o si ascoltano ogni giorno nell’impietosa cronaca che ne descrive le allucinanti gesta ladresche. Al punto che non sappiamo più se stiamo assistendo ad un film di pirati che si spacciano per santi o di lupi che discendono dalle montagne per il solo gusto d’infierire. Ed ecco i finti santi, i presunti predoni, ma veri lupi che tentano di eclissarsi nell’impietoso epilogo che li vedrà a loro volta vittime nel tentativo di sfuggire alle immani responsabilità di cui si sono complessivamente macchiati.
Articolo del 01-05-12.