Cos’é che ti accade rana zen? Cos’é che cerchi?
Non v’é che dire,
sono in vena di vialetti,
li percorro e ripercorro su e giù
fin quando poi non incontro
qualche bell’anima che forse forse
ha il mio stesso problema,
cerca, ma non sa perché, non sa cosa.
D’altra parte di gente che ricerca ce n’è a iosa.
Li sorprendi pressoché dappertutto
a rovistar persino
tra i meandri della mente
– che all’occasione si richiude a riccio –
riottosa perché non vuole intrusi
che possano alterarne la sua ostinata infelicità.
Sicché indago, perscruto e poi comparo
senza aver realizzato …
nemmeno un pollice di serenità.
– “Maestro sembra quasi una poesia”, disse la rana zen rivolta al venerabile che non la degnava nemmeno di uno sguardo. Sembrava che non avesse nemmeno ascoltato, e invece … lo vide alzarsi e passeggiare tra gli strani vialetti dell’incredibile giardino zen prospiciente il loggiato che delimitava quella sorta di solarium che preservava – dagli occhi più indiscreti – l’intimità della sala di meditazione.
– “Dì un po’, non ti sembra di essere un po’ prolisso?”, sospirò l’autore.
– “Ma no, nient’affatto! Che dici? Sto cercando solo di catturarti nella trappola dell’attenzione – per questo le foto! – in modo da indurti ad abbandonare gli assilli quotidiani a metterti a cercare anche tu la risposta che non c’è, che non esiste, ossia la cui natura è di sola invisibile luce”, intervenne la rana.
Già, questi non son racconti su cui meditare, ma per – aiutarti a – meditare. C’è una bella differenza! …
Ora, se ne hai abbastanza chiudi gli occhi ai ragionamenti astrusi e non pensare a nulla.