A pochi basta il coraggio per restare davvero presenti: la meditazione diventa allora un punto fermo, uno sguardo limpido sulla realtà che cambia incessantemente e ci sorprende sempre con nuovi interrogativi; tra nostalgia e desiderio di autenticità, solo la trasparenza dell’anima può rischiarare il dubbio e favorire un silenzio che accoglie, invece di respingere.
Anche se cogliere pienamente l’oggi, l’attimo, l’istante, è un nobile obiettivo, quando il clima o l’ambiente naturale in genere diventa insopportabile ti assalgono una pletora di dubbi. Ciò che consideriamo civiltà è davvero tale? Sennonché avresti voglia di fuggire, ossia di rinnegare il presente per tornare indietro, non dico alle origini, ma in un’epoca un tantino più umana. Tuttavia, anche se ho nostalgia del passato, fuggo in avanti verso un ipotetico, quanto incognito futuro la cui effige distintiva sarà dunque: trasparenza.
Trasparenza
Raggi di luce intensa
che piovono dall’alto;
bolle d’aria rovente
che si alzano dal basso;
e in mezzo ci sei tu
che osservi quasi attonito
coi dubbi che ti assalgono.
A che pro? Perché succede?
Dov’è la colpa o il merito
per tutto ciò che accade?
O credi sia una prova?
Può darsi, ma non ne vedo il nesso.
Riccioli d’oro sorridono al passaggio
di quella sonda eterica
che dona trasparenza.
Epilogo
Nel fluire degli interrogativi, la pratica meditativa dona una luce nuova: la trasparenza diviene forza silenziosa, via sincera all’accettazione e all’ascolto profondo, dove il tempo cede il passo alla quiete e ogni angoscia trova finalmente riposo.
