Il mondo, quello vero, s’intende – e non l’astrazione che l’immaginario collettivo estrapola dalla ridda di sensazioni ed emozioni che ci incalzano pressoché di continuo – non è né buono né cattivo, né positivo né negativo, tantomeno indifferente. Siamo noi che a volte lo rendiamo feroce, talaltra prodigo. È la marcata inconsapevolezza soggettiva che dipinge a tinte fosche e tetre le circostanze che sovente ci riguardano. Ebbene, se sapessimo chi siamo davvero, forse ci asterremo dall’infierire, condividendo il bene, il meglio, la vita stessa.
Sulla via del ritorno a se stessi
Le scelte quasi rapide
che t’impone il ritmo che subisci
lungo il cammino che conduce
al chiostro del silenzio nel giardino
della tranquillità di spirito quando convergi
sulla via del ritorno a te stesso
sono il futuro che sarà destino.
Sicché rimane inerte
senza pensare a nulla che non sia
come andare aldilà di questo istante
senza muoverti nemmeno per sfiorare
il ciel che già s’inchina.
Al tuo cospetto?
No! Il ciel che già s’inchina al tuo bel nulla.