E se la quiete più profonda dimorasse in un luogo inaccessibile alla logica, un segreto che la mente non può afferrare ma che l’anima riconosce all’istante? Esiste un sentiero interiore, un percorso squisitamente solitario che conduce a una radura di silenzio assoluto, persino nel frastuono del mondo. Questo scritto allude a una simile rivelazione, un’intuizione così personale da sembrare inventata, un arcano che non si svela con il ragionamento, ma con la quiete della meditazione. È un invito a esplorare l’invisibile, a percepire una verità che non necessita di parole per essere compresa.
Tutto avrei immaginato, ma non di ritrovarmi un giorno a illustrare l’inspiegabile. La mia formazione è del tutto razionale. La materia che privilegiavo era la matematica. Eppure, mi sono avvicinato lentamente ad un modo d’interpretare la vita, nonché di concepirla, tanto più impalpabile, quanto reale. La chiave di volta è stata l’immediatezza. Sebbene non si possa giammai prescindere dai binari della logica, per raccontare il mio segreto ricorrerò alle metafore. Palesare la propria verità, ma senza precisare nulla, per offrirti il più sensazionale tra gli agi…
Plurimo
Inverosimilmente, fantasticando
una sera, di notte
inventai un ansiolitico fenomenale.
Non posso rivelarvelo.
E non affinché rimanga occulto
bensì perché è proprio lui
l’arcano medesimo.
E’ la risposta illuminata
ad ogni fatiscente domanda.
Diluendo prima, meditando poi ….
A dispetto di ciascuno di voi
mi diverto
a restar sempre solo.
Solo coi muri
solo in ogni momento
tra una folla di amici.
Con il tempo
solo
a coloro che seguiteranno
imperterriti e imperturbabili
ad ascoltare
forse un giorno …
E’ così semplice e invitante
come una macchia d’umidità
su di un muro decrepito
solo
che il muro deve ancora essere costruito.
Me lo inventai come più mi piaceva
non stava su un seggio
camminava
camminava solo!
Pure lui? …
Sarò capace persino di volare.
Epilogo
Forse, il vero arcano non risiede in una formula da decifrare, ma in uno spazio da abitare. La costruzione di quel “muro” interiore, mattone dopo mattone di silenzio, è un’opera squisitamente personale. Non vi è una mappa da seguire, ma solo la propria, intima percezione come unica bussola. Il volo, in fondo, non è una destinazione, ma il semplice atto di aver edificato dentro di sé un luogo da cui spiccarlo, liberi da ogni peso, finalmente soli e completi.
