Hai meditato, ma senza sapere né come, né perché. Era mattino e sedevi, così, come se nulla fosse, semplicemente, diciamo un po’ dovunque. L’ambiente ti appariva più vivido. Nel contempo ti sentivi rianimata. A volte prendevi una penna e scrivevi ciò che sorgeva dal nulla. Tal’altra sorridevi all’insieme. Poi ritornavi nei ranghi e, come se nulla fosse, riprendevi a recitar la commedia di sempre; ma con una ferrea certezza: tutto ciò ch’era accaduto o sarebbe potuto succedere in futuro si sarebbe verificato sempre “ora”. Vivere l’istante è come aprire le porte al cielo. Ed è proprio questo il compito segreto della preghiera o della meditazione: riportarti a “ciò che è”. Evita, tuttavia, di arruolare il presente tra le schiere delle tue proiezioni ed etichettarlo “Dio”.
Ora
Ora che sei in silenzio,
direi volutamente e senza mezzi termini,
ora che i bei pensieri
t’ignorano del tutto
per inoltrarsi altrove e illuder
qualche anima più candida,
ora che i tuoi sentieri
ti accolgono felici
per celebrare il mondo,
vorresti indietro un po’ di quel clamore.
Ora che accogli tutto,
giacché non t’appartiene
tant’è che piove luce,
ma senza mai bagnarti,
ora che l’innocenza persa
è qui, ma di soppiatto,
ti manca la commedia,
ne scegli una migliore …
Ora …