Lascia che sia l’attenzione a guidare il cammino interiore: nella pratica della meditazione, il gesto deliberato di osservare illumina il fluire della mente e risveglia una consapevolezza nuova, capace di dare voce all’intuizione e restituire senso anche a ciò che accade nel silenzio di ogni respiro.
Decidere cosa fare con la propria mente, ossia diventare soggetto attivo, trasformarsi da percipiente passivo in colui che dirige l’attenzione; infine, da quest’ultimo, nell’attenzione medesima. La tua vita non dev’essere più “quel che ti accade”, ma “ciò che crei” … e ricrei, persino ad ogni respiro. Se, ad esempio, l’osservi, ossia contempli il flusso naturale del respiro, rammenta che tu sei sempre e soprattutto attenzione, solo attenzione. Come un faro il cui focus rileva, constata, ma poi, per il solo fatto d’illuminar, trasmuta.
Meditare sul mondo
Il mondo gira, quasi, dove gli pare,
un po’ di qua, un po’ di là o altrove
e tu che te ne resti in disparte
semi-in-fermo a osservare i ruoli
che le vicende ti assegnano,
una per una o tutte in una volta,
non puoi che assecondare
la santa volontà che ti sovrasta
a fare il bene per poi risollevarti,
ma un tantino più in là,
come d’altronde accade.
Epilogo
Quando la mente si acquieta e l’osservazione diventa naturale, emerge una lucidità che non pretende risposte, ma accoglie ogni ruolo e vicenda come semplici manifestazioni di uno sguardo vigile: così la meditazione si trasforma in arte di vivere, dove il bene trova spazio nel ritmo quieto di ogni respiro.
