A volte la meditazione non si consuma nel silenzio di una stanza né nell’isolamento voluto, ma sboccia improvvisa nella quotidianità più semplice, persino lungo un marciapiede qualunque. Gli incontri che avvengono in questi spazi incerti non sono mai solo accidentali. Sono frammenti di consapevolezza che emergono dal sottofondo ordinario per suggerire un ordine nascosto, un equilibrio fragile ma percettibile. Ogni volto che incrociamo, ogni gesto inatteso, può rispecchiare parti di noi che altrimenti resterebbero celate. Si tratta di un dialogo silenzioso, di un’intesa che sfugge alle parole ma non all’intuizione. In queste istantanee che sembrano non voler restare, si cela a volte più verità di quanta ne offrano lunghe riflessioni. Ed è proprio qui che la pratica meditativa si rinnova: nell’imprevedibilità del vivere.
Qui si parla d’incontri sul marciapiede della vita. Incontri fortuiti, casuali, episodici, ravvicinati. Incontri senza tempo con cui provi ad affrescare la tela di ragno del pensiero da cui, di tanto in tanto, ne deduci qualche sparuto scampolo di verità. Incontri reciproci, dove non esistono attori o spettatori, ma controfigure che rappresentano soprattutto il meglio, o il peggio, delle istanze più intime. Incontri tra anime che mendicano quasi un po’ di sostegno, ma pronte a donare tutto l’amore possibile. Anime inconsapevoli dell’incredibile ricchezza che si trova a portata di mano.
Incontri
Quella figura che mi sembra leggiadria
dall’incedere appena appena ondeggiante …
Lo fa per noi che l’ammiriamo sorpresi
o le proviene da dentro
come un indole che non ha senso reprimere
giacché, quando si muove,
non fa che celebrare la vita?
E mentre il marciapiede protesta
perché oggi si è sentito tradito
tu fischietti un motivetto nostalgico
sperando che almeno per un attimo
ella riversi su di te
il suo sguardo stupito.
Conclusione
Non sempre occorre cercare il silenzio per meditare. Talvolta, è sufficiente aprirsi a ciò che accade: un passo lieve, un gesto inatteso, uno sguardo fugace. La meditazione prende corpo anche così, tra le pieghe di una giornata qualunque, dove l’apparenza cede il passo a una presenza più sottile. Ogni incontro, se vissuto con attenzione, può diventare una soglia. Ed è su queste soglie che il cuore si risveglia, senza clamore, ma con la semplicità disarmante di chi si lascia toccare dal reale.