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Franco Megali

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Una risposta

  1. Gaetana ha detto:

    Cinciuè
    Avevo 18 anni, volevo fare l’infermiera, ma volevo comprendere meglio la mia scelta. Così mi misi a fare dell’assistenza in ospedale. Mi giunse una chiamata da una madre, per l’assistenza a una bimba appena nata. Mi colse un attacco di appendicite, andai al pronto soccorso. Mi dissero che dovevo essere operata d’urgenza. Così cercai di contattare la madre della bambina per dirle che non avrei potuto accettare di assistere la sua bimba. Non riuscii a contattarla. Così decisi di andare a dirglielo di persona. Giunta in reparto cercai la madre della bimba, non c’era. Davanti a me c’era un piccolo esserino con una flebo nella testa (idrocefalia) piangeva e le donne attorno che lattavano i loro bimbi erano infastiditi dal quel pianto e criticavano l’operato di quella madre sciagurata. Io l’allattai, la pulii e rimasi ad assisterla per tutta la notte, non sapevo il suo nome, così la chimai Cinciuè. Quella notte per me fu speciale scoprii il mio lato materno. Cos’è che mi fece rimanere a vegliare Cinciuè? No, non era coraggio, ma Amore. L’amore ha in sé tutte le qualità. In seguito scoprii che quella madre a casa aveva altri due bimbi piccoli, come avrebbe potuto dividersi?

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