Uno con tutti. Si dice poesia, ma in realtà è soprattutto un’indagine. Si dicono versi, ma in effetti sono solo dei piccoli, piccolissimi passi che ti sospingono via via a centrarti nel presente, a cogliere l’attimo durante cui – persino l’attimo ha una sua peculiare, imponderabile durata –, dicevo, durante cui ti adagi, molli la presa, non pensi più, ti ritrovi “qui e ora” a riscoprire la magia di ritornare a essere uno. Uno con tutto ciò che già facevi, pensavi, sentivi, intuivi, uno, uno e basta … in meditazione.
Distinto
Tutto è uno, è vero,
ma nella prassi di ogni giorno
uno, nessuno, centomila
si sovrappongono.
Osserva, sei disteso.
Una parte di te è calma, placida e gentile,
l’altra, in preda all’ansia.
Chi sei?
La mente rilassata,
assisa sul trono del sereno,
o la sua vile e assurda controparte
che teme perfino per la vita
senza saper nemmeno
per chi, perché e percome?
Già, chi sei?
Ma è semplice!
Sono colui che osserva,
che li comprende entrambi,
ben al di là di quest’insulso e immerito clamore.
Partecipa, eppure ne risulta sempre
essenzialmente distinto.