La meditazione mi aiuterà mai a risolvere il mistero esistenziale per eccellenza? La mia ignoranza è così vasta che se dovessi descriverla non saprei da dove cominciare. Ho una cultura approssimativa, ma per fortuna sopperisco al mero nozionismo con uno spirito vigile. Nel corso degli anni sono passato da uno scetticismo di maniera alla fiducia nel nulla-tutto. Salvo poi ricredermi e ricominciare daccapo … a leggere, meditare e infine a chiedermi: cos’è che sei?
Cos’è che sei?
Ma quanta fretta!
Cos’è che stai per perdere?
Cos’è che dovresti afferrare?
Non è che zitto zitto
hai trovato un amor così
cotanto puro e limpido
che temi che ti venga defraudato
dal primo allocco semi-buono
passi da qui per caso nel silenzio
della tua mente attonita e stupita?
Dai, che lo sai già,
se non sei nemmeno quella (la mente)
cos’è che sei, amico o amica,
amor sempre e comunque
e mezzo antico?
Ebbene, chiudi o socchiudi gli occhi, tanto per non incorrere in qualche inutile distrazione e chiediti: chi sono io? Nel corso di questa meditazione, ossia di questa sorta d’indagine introspettiva ti sovverranno svariate idee, ma sappi sin d’ora che se persisti realizzerai comunque la tua essenza primigenia. Siffatto esercizio aiuta a centrarsi. Ovviamente non è detto che sia utile a chiunque. La tua via maestra verso la spiritualità intrinseca potrebbe essere un’altra. Prova, in ogni caso, a chiederti, seppur per un breve frangente: chi sono io? Infine, sarai pervenuto in qualche modo alla meta solo quando la domanda cadrà da sé, ossia quando la risposta sarà così evidente che non avvertirai più il bisogno di chiederti nulla.
GRAZIE……..!