La meditazione non è un frangente culturale, ma soprattutto un breve periodo di silenzio. La meditazione non accadrà mai «tra breve», bensì «ora». L’«attimo» non implica solo un lasso di tempo, ma si riferisce al momento presente, all’adesso, all’istante che intercorre tra il passato che non c’è più e il futuro che dovrà comunque sopraggiungere. D’altra parte, dov’è che si può cogliere l’incommensurabile magia del presente se non qui, nel medesimo luogo in cui ti trovi attualmente?
Quando mediti non immaginare di essere altrove. Certo, puoi sentirti circondato o avvolto da una sensazione di frescura, di benessere; se sei propenso al misticismo puoi avvertire la grazia discendere su di te sino a saturare le più remote cellule del tuo corpo. Puoi percepire la luce inondare il tuo Sé sino a proiettarti verso la supercoscienza. Discernere con maggior chiarezza il centro interiore intorno a cui ruota la tua vita. Fin quando il tuo stato di coscienza ordinario non sarà più ottenebrato del tutto dagli alterni e vicendevoli moti dell’animo, ma intuizione, autocoscienza e consapevolezza ti ricondurranno sempre qui.
E’ utopico? Nient’affatto. Non sto additando la luna. Non ho detto che acquisirai super-poteri. Tanto meno che diverrai un Santo. Penso invece che sarai più umile, più semplice, ti accontenterai di poco, ma contribuirai a edificar ben oltre le modeste apparenze che il crogiolo vita ti propina, tuo malgrado, da sempre.