Basta con la ricerca di un nulla-tutto che nemmeno esiste. Basta con l’infiocchettar le idee, per lo più teorie, di finti o veri saggi che quasi sempre non conosci affatto, per cui travisi tutto ciò che raccontano. Supponiamo che ti dicessi: rilassati e apriti al vero! Non crederci! Perché dovresti? Chi sono io per darmi retta? Che sai di me?
Io mi fido del mio buon senso. Evito, soprattutto, di trangugiar le frottole sulla spiritualità degli altri, sulle ginnastiche mentali che persino l’ultimo venuto ti propina come panacee assolute. Ad esempio, ci fu chi disse: se ci credi così profondamente da non lasciare adito al benché minimo dubbio, realizzi quasi l’impossibile. Bene, e con ciò? Alla fin fine ti ritrovi sempre più confuso.
Ora mi stendo – alla faccia di chi mi vuole sempre seduto – supino e smetto di rimuginare. Medito? Fai tu. Io so solo che dopo – i fiori come l’erbacce – sembra tutto più bello, ordinato, quasi armonioso. Il cielo interiore si colora d’azzurro. Quel gatto laggiù sembra quasi un Buddha.