Le tecniche di meditazione sono molte nonché utili, perlopiù, a rendersi conto – sorrido – che non servono a nulla. Se dessimo davvero ascolto ai nostri antichi maestri yogi non avremmo affatto bisogno d’impelagarci in tanti assurdi giochetti della mente che le escogita tutte pur di procrastinare se stessa. L’obiettivo della meditazione è sempre e comunque il rilassamento, la calma interiore.
Prova il silenzio. Ti sovviene un pensiero? E’ come una nuvola che attraversa il cielo, di per sé limpido, della tua coscienza. Ebbene ignoralo! Persevera fintantoché non subentri la calma, che discenderà all’alto, come finissima pioggia di vita e di luce.
Ti sovviene un ricordo. E’ il passato che tenta di riemergere? No, è la parte più inconscia della tua mente che teme di non sopravvivere a se stessa, di perdere la sua pseudo-identità, ossia di cambiare. Teme il futuro, l’ignoto. Tant’è che nella spiritualità più autentica, ossia nella visione della vita per “ciò che è”, primeggiano soprattutto gli esploratori, gli avventurieri dell’anima, coloro che s’inoltrano nelle terre sconosciute ai più e senza mappe alla ricerca del Sacro Graal, l’autentico elisir di sana e pura consapevolezza.