L’aspirazione? Apprendere l’arte della meditazione. Le motivazioni? Dominare quella sorta di magnete che assorbe pressoché chiunque e di continuo tra i marosi quotidiani, nel parapiglia del gregge; superare l’uniformità del pensiero corrente. L’obbiettivo? Esplorare la via di mezzo; uscire dal letargo spirituale in cui la maggior parte di noi tristemente vegeta. I retroscena: avevo la strana abitudine di leggere sempre tra le righe, tra le pieghe, dietro i risvolti; e la nuda realtà mi appariva quasi sempre in tutta la sua ipocrita evidenza.
Realizzazione concreta. Come? Già, come? Quanto più riuscirai ad esser costante nella tua pratica di meditazione, tanto più ne coglierai gli incommensurabili frutti. Quindi la vera pratica non consiste mai nel raggiungere chissà quali vette di straordinario assorbimento meditativo, bensì nel dedicare periodicamente e metodicamente un breve lasso del proprio tempo libero alla cura dell’essere … soli e in silenzio, osservando il respiro, oppure qualunque altro metodo si sia già dimostrato benefico, ma tutti i giorni e, possibilmente, alla stessa ora.