La saggezza spirituale può essere solo pratica, concreta. Ogni teoria lascia il tempo che trova. Cerca innanzitutto il tuo modo per rilassarti, per raggiungere e mantenere una calma complessiva tale da riuscire a percepire l’essenza. Chi sia o non sia Dio lo scoprirai più tardi.
L’approccio meditativo – desunto dalla tradizione – che sto per descriverti non è un metodo universale, ma utile solo a determinati tipi d’individui. Siedi, dunque, in maniera consona. Chiudi gli occhi e convergi l’attenzione nel centro del tuo essere. Ignora deliberatamente tutto ciò che ti circonda: l’ambiente nel suo complesso, quindi anche i suoni, nonché i pensieri relativamente associati che potrebbero scaturire dal contesto. Ignora pure ogni sorta d’idea metafisica e focalizza solo un ipotetico centro interiore. L’ubicazione è, pressapoco, intorno all’ombelico. Qualche spunto per localizzarlo meglio. Se osservi il respiro presta particolare attenzione all’espirazione. Poni una o entrambe le mani sull’addome e avverti il movimento alterno che il flusso e il riflusso dell’aria determina.
Le percezioni individuali sono varie. A taluni potrà sembrare subito come una fonte d’energia indefinita, ma comunque reale, a tal altri una sorta di vuoto. Sennonché entrambe coincidono. Quando ti sembrerà difficile proseguire riprendi la normale attività e reitera ogni qualvolta lo desideri. I benefici non tarderanno. Sarai più calmo e soprattutto efficiente.
Epilogo
E…, come si fa a concludere con “e”? E’ per me stesso. In realtà mi riallaccio al problema di sempre. Quello di così tante pseudo-vittime dell’inconsapevolezza che qualunque altro disagio esistenziale diventa pressoché secondario.
E…, e poi? Cos’è che non puoi dirmi? Cos’è che mi nascondi? Nulla, se non che il vuoto è il tutto e quanto prima ne prendi atto tanto più lieve ti sembrerà il mondo.