Tra postura per la meditazione e meditazione sulla postura. Un gioco di parole, ma non solo. Quando ti accingi a meditare seduto devi prestarvi necessariamente attenzione, sia per evitare abitudini dannose, che per stimolare l’equilibrio interiore.
Meditazione in silenzio
L’interiorità non è un luogo, tanto meno una destinazione, non è nemmeno un obbiettivo. Cos’è l’interiorità? Certi individui dichiarano o credono di possedere una vita interiore ricca, interessante, dinamica. S’illudono o sono nel giusto? Per scoprire cosa sia l’interiorità abituati a rimanere in silenzio.
Meditare non consiste nello scendere dal palco dell’esistenza per restare in un limbo d’equidistanza silente. Meditare è guardarsi intorno attenti, senza giudicare o riflettere, tentando di cogliere soprattutto l’essenziale.
Meditare è soffermarsi su ciò che è, consapevoli, ma senza congetturare, giudicare, valutare. La mente diverrà come uno specchio che riflette tutti i pensieri, sia quelli causati da stimoli esterni, sia quelli elaborati intenzionalmente o suscitati da ricordi, speranze, desideri. Mentre i pensieri molesti si rifrangono sugli scogli del silenzio tu sei sempre qui.
Ora assumi una posizione consona, equilibrata, ma confortevole.
Chiudi gli occhi. Rilassati. Non è detto che ci riesca subito, ma provaci ugualmente.
Posizione fisica o disposizione mentale?
Vuoi saper quale posizione assumere durante la meditazione? Per molti anni sono stato piuttosto indisciplinato. meditavo supino, ma ottenevo risultati più soddisfacenti quando alternavo quella posizione di relativa quiescenza con la meditazione camminata. Come mai?
I motivi tecnici non mi interessano. Lascio le spiegazioni ai teorici, ai bravi insegnanti di Hata Yoga. Preferisco soffermarmi, invece, sulla disposizione d’animo, mentale. Se siedi diritto, come in zazen, sarai più attento, all’erta, ma nel contempo rilassato. Padmasana, siddhasana, gambe semplicemente incrociate, sgabelli, fai come credi. Ora prediligo un cuscino (zafu). O la libertà di sedere sulla sabbia, sull’erba. Chiudo gli occhi e immagino di trovarmi dinanzi uno spazio infinito. Poi osservo i pensieri, o il respiro.
Ciò che vale nella vita, come nella meditazione, è altrettanto importante per la postura, l’equilibrio. La via di mezzo non è una metafora per aspiranti buddisti, per meditatori provetti, per i simpatizzanti delle discipline olistiche. La via di mezzo è per tutti. Quando siedi oscilla, ondeggia un po’, poi centrati. permetti che l’equilibrio accada da sé. L’equilibrio dovrà esser tale che anche se ti lasciassi andare rimarresti dritto, non cadresti. E non dimenticare che rilassamento e meditazione procedono sempre di pari passo.
Suggerimenti per la meditazione
- Meditare sempre più spesso in posizione seduta.
- Nel caso la meditazione si protragga più a lungo del previsto alternarla con quella camminata.
- Colonna vertebrale ben dritta, ma senza eccessiva tensione.
- Bisogna osservare i pensieri che si alternano vorticosi, gli stati d’animo che si succedono senza tregua, le risposte soggettive alle circostanze che, in qualche modo sollecitano la propria reattività. Prenderne atto senza esprimere giudizi.
- I pensieri creano il fiume che si chiama mente. Consenti loro di fluire liberamente finché la tua coscienza non diverrà cristallina.
- In alternativa osservare la respirazione senza modificarla. Rilevare attentamente la sensazione dell’aria all’interno delle narici.
- Un’ulteriore possibilità meditativa consiste nel rimanere costantemente concentrati sulla verticalità della propria postura, lasciando che pensieri e respiro vadano e vengano a loro piacimento. Quindi, sintetizzando: attenzione costante alla verticalità della propria postura.
- In questa tecnica la continuità è il segreto del successo. Tuttavia non bisogna mai sforzarsi. Pochi minuti per volta, tutti i giorni, sono più che sufficienti.
- Non dimenticare mai che l’obbiettivo è distendersi, rasserenare la mente – tranquillizzare il respiro – lasciando che ciò avvenga in modo del tutto spontaneo.
Ulteriori ragguagli
- Accingiti a meditare sempre e solo lontano dai pasti.
- Se siedi su uno sgabello sceglilo senza schienale.
- Arcua leggermente la schiena come, ad esempio, nella figura, vista di profilo, in alto a destra.
- Riguardo alcuni aspetti relativamente secondari come: gli occhi che possono rimanere aperti, leggermente socchiusi, se non chiusi del tutto, rammenta di non focalizzare alcun oggetto o pensiero in particolare, ma non indugiare nemmeno nel vuoto; la bocca, dischiusa o serrata che sia; la lingua che a bocca chiusa può puntare o meno al palato; regolati secondo le tue inclinazioni del momento.
- Il tempo da dedicare alla meditazione? Quello sufficiente a raggiungere un soddisfacente stato di rilassamento. Quindi, calmi e vigili, anche se per pochi minuti appena, una o due volte al giorno.
Epilogo
Uno dei maggiori errori che un meditante può commettere è quello di assuefarsi al meccanicismo o al determinismo. La vita non è consequenziale, né tanto meno meccanica. Noi non siamo robot. Le macchine potranno emulare, ma per quanto sofisticate, proprio perché relativamente o statisticamente prevedibili, non potranno mai coincidere con un essere senziente, un uomo. Se la vita non è, dunque, meccanica, cos’è la vita? La vita è luce. Riconosco che è una descrizione poetica, ma è proprio così, la vita è luce!