Un articolo interlocutorio utile per chiarire taluni concetti introduttivi a chi si avvicina per la prima volta a questo sito.
Meditare
Meditare come riflettere, argomentare, non è lontano dall’attenta e obbiettiva considerazione che comporta la pratica della meditazione. La nostra contemplazione spirituale è rivolta sia alla vita nel suo insieme, che a singoli mirabili eventi, nonché agli echi trascendenti che inevitabilmente suscita.
Riflettere
I nostri articoli? Più che altro si tratta di brevi spigolature finalizzate ad ulteriori successivi approfondimenti. Quindi nessuna pretesa esaustiva. Il nostro scopo, infatti, non è trattare minuziosamente, bensì proporre proficui temi di riflessione e raccoglimento. La meditazione non è una dottrina, quindi non cercate coerenza tra queste pagine. Sono solo degli approcci particolaristici rivolti a far breccia in ciascun cuore come in ogni intelletto per sollecitare al bello, al vero e al giusto. Pur riconoscendo alla creatività il ruolo emotivo che le compete, la meditazione non dimentica mai la funzione primaria dell’intelligenza.
Risveglio
La meditazione è uno spazio di silenzio e discernimento. Essa si occupa del risveglio delle coscienze: liberi di pensare, sentire e agire, indipendentemente dagli insegnamenti e dalle dottrine di un qualsiasi messia o maestro di vita. Il nostro tempo è limitato. Non dilapidiamolo vivendo la vita di qualcun altro. Non lasciamoci irretire dai dogmi, ovverosia dal risultato delle opinioni di altre persone. Proviamo a seguire il nostro cuore e la nostra intuizione.
Religiosità
Siamo ben lungi dal proporre una religione, tanto meno alcun genere di pratiche moralistiche. La parola “religione” indica un gruppo o un movimento che è strutturato in maniera uniforme su un fondatore o su un leader, su una dottrina e su precise attività di gruppo. I seguaci di una religione sarebbero costretti a rinunciare al proprio pensiero, e a far inesorabilmente proprie le formulazioni di qualcun altro. La religiosità meditativa, al contrario, è aspirazione al bene, alla conoscenza e alla trascendenza.
Moralismi
Le pratiche moralistiche non appartengono alla vera spiritualità, sono necessarie solo agli ignoranti (quelli che ignorano la propria vera natura). Coloro che “sanno”, che amano, non ne hanno bisogno perché non riuscirebbero mai e poi mai a commettere intenzionalmente alcunché di pernicioso, né verso se stessi, né verso gli altri. Il male è soprattutto assenza di bene! Naturalmente, oltre a privilegiare la spiritualità, intesa come processo di ricerca, comprensione ed accettazione interiore, rispettiamo tutte le religioni. Anche quando non si attengono alla reciprocità.
Interdipendenza
L’osservazione della natura è lo specchio dell’osservazione di se stessi, che è l’obiettivo dello yoga e della meditazione. Ecco, quindi, un suggerimento. Piantate un seme e curatelo rispettosamente finché non sia in grado di proseguire da solo. Ebbene la natura ha previsto che gli alberi possono sopravvivere anche senza gli umani. Ma alla luce delle nostre conoscenze, nonché dell’attuale sviluppo tecnologico, gli umani non possono fare a meno degli alberi. Scherzi, curiosi scherzi relativistici.
Valori
Non avrei voluto parlarne. Perché i valori sono già impliciti. Quando se ne sente il bisogno, il degrado è già avvenuto. Quindi richiamarli è solo un ripiego per rimediare al malfatto di tutti coloro che avrebbero dovuto offrire il giusto esempio … ma tant’è …
La dignità della persona umana e la sua libertà, l’uguaglianza tra tutti gli esseri, il senso della vita …
Bastano? Invece di ciarlare a vanvera tentiamo di essere consapevoli. La consapevolezza è il primo valore. Educare alla sensibilità, il secondo …
Epilogo
Si può concludere un articolo, mentre il rimanente, che è il match della vita, inscena una parentesi senza fine. Il gioco di parole vi sembra contraddittorio? Questo è il reale.