Sottrarre per aggiungere. Alleggerirsi per liberarsi. Non sono solo gli slogan del nuovo minimalismo, ma i presupposti della meditazione. Meditare equivale a cogliere la natura incondizionata che sussiste dietro ogni apparenza, quindi lo zero implicito, il background dell’esistenza medesima, l’essenza dei fenomeni, dei rapporti, dei beni personali. Meno ammennicoli, solo l’indispensabile, nessuna identificazione con ciò che si possiede o che la sorte ci ha offerto la possibilità di gestire. Eliminare il superfluo per concentrarsi sull’essenziale non è una scelta ascetica, ideologica o religiosa, ma la chiave della felicità.
Il culto del meno
Il culto del meno che sta per contagiare l’occidente non è un effetto della recessione globale, ma di una consapevolezza più accentuata. L’imperativo è distinguere tra intuizioni o verità fondanti e i valori ideologici. Essere o avere? Ora è più semplice. I concetti più in voga del trend attuale sono: “la gioia del meno”, “l’arte del minimalismo”, “smetti di consumare e ricomincia a vivere”. Sia i buddisti che i beatniks erano giunti alle stesse conclusioni.
Non essere spietato, ma osserva e circoscrivi bene i tuoi affetti, i ricordi, la tua identità. Abbandona gli orpelli, rimani con l’essenziale, privilegia i rapporti umani a quelli con gli oggetti inanimati e il tuo mondo subirà una svolta. Ma non angustiarti nelle scelta, tieni solo presente che “less is more” potrebbe cambiarti la vita. Forse diverrai più vitale, più vigile, più presente a te stesso e consapevole. La meditazione non sarà una scelta di costume, una pratica esotica, ma un modus vivendi.
Meditazione
Descrivo una meditazione sui generis. Non si tratta, cioè, della meditazione per eccellenza. E’ un approccio utile solo a determinate persone. Provatelo, ma proseguite – per qualche minuto al giorno – solo se riscontrate benefici.
Chiudi gli occhi. Rifletti come in realtà gli oggetti superflui ti creino intralcio, non ti siano mai appartenuti.
Concentrarti solo sull’esigenza di mantenere una postura consona. Se necessario, osserva i pensieri volubili. Crea una distanza, allontanati via via dai pensieri caotici. Soffermati sull’assenza dei pensieri indisciplinati.
Contempla la levità – di spirito – che hai raggiunto.
Ora lascia indietro i ricordi dolorosi, le paure irrazionali, le ansie del presente, i timori del futuro e rimani qui.
Siedi ben dritto … tra le mille istanze che ti strattonano di continuo per decentrarti.
Crea uno zero – di levità – immaginario e cullati – idealmente – al suo interno.
Lo zero è il ricettacolo, la somma di tutta l’energia. Se sosterai a sufficienza – pochi minuti – per ritemprarti nel relax di quel silenzio ne trarrai sicuramente vantaggi.
Attendi che la quint’essenza, la chiara luce che dimora – metaforicamente – all’origine della mente medesima, si riveli da sé.
Epilogo
Quante volte hai acquistato oggetti a dismisura per poi racchiuderli in un armadio, riporli sopra uno scaffale e dimenticarli? Rammenta, tuttavia, che volere tutto e non volere nulla, accumulo ad oltranza e rinuncia totale sono sempre degli estremi. Segui, invece, la via di mezzo, concentrati sugli equilibri.