Quando mediti non reprimere nulla, ossia nessun pensiero, sensazione, emozione: osservali. Ovviamente – nello specifico – non esiste un vero e proprio bersaglio dell’attenzione. La tua sollecitudine deve essere rivolta verso te stesso e non la miriade di minuscoli dettagli che si affollano quasi in fila indiana per distrarti dal tuo vero centro. Anche se le inezie si affastellano come immensi mucchi di detriti tu rimani equanime perché, per la maggior parte, sono solo sogni, chimere, illusioni create ad hoc da una mente che non vuol mollare la presa giacché desidera procrastinare se stessa ad libitum, all’infinito.
Quindi evita di sognare, cioè di fantasticare a occhi aperti, altrimenti potrebbe crearsi un loop d’impercettibili e quanto mai inutili tensioni. Un conto è il riposo meditativo, ben altro una psiche che furoreggia, che s’infiamma, che ti trascina tra mille e una elucubrazioni mentali.
A questo punto non so nemmeno cos’è che, tutto sommato, ambirei realizzare. Il motivo è che mentre la meditazione non può esser considerata un obiettivo, ciascuno di noi, puntualmente, se la lascia sfuggire sostituendola con un’incredibile miriade di cervellotici giochi mentali.
Quando mediti, medita e basta! Non lasciarti fuorviare o incantare da nulla che non sia ciò che stai già facendo, o non facendo, dipende dai punti di vista. Dire che ti stai concentrando, che so, sul vuoto, sul respiro, sugli aspetti più trascendenti dell’essere, sarebbe, forse, troppo. In realtà ti stai semplicemente “attenendo”.
Il mio suggerimento pratico di oggi è, dunque: “durante il tuo esercizio periodico segui, osserva ciò che accade; evita, naturalmente, di sognare a occhi aperti, d’immaginare alcunché”. Buon prosieguo.