Quando la guardiamo, il presente stato della mente è un puntolino molto minuto. E’ un puntolino minuto e sfuggente, così minuto e sfuggente che quasi mai lo vediamo. Così minuto che è un punto infinito.
Tutto lo scopo dell’essere presenti e attenti alla mente è di riportarci a questo piccolo punto del presente, la natura momentanea della nostra mente, e di sperimentare lo spazio e la libertà infinita dentro a questo granello di esistenza.
Per poterlo fare dobbiamo sperimentare la vitalità della natura della mente, che è così presente, così nel momento e così fresca. Ogni momento individuale, ogni frammento individuale di quella mente, è completamente puro e fresco nel suo proprio stato.
Tutto il punto è di sperimentare questa freschezza e genuinità, la faccia onesta di questo piccolo punto, senza colorarlo con le nostre memorie, concetti, filosofie o aspettative. Sperimentarlo senza tutto questo è quello che chiamiamo essere semplicemente qui.
Questo non può accadere se non lasciamo andare le nostre memorie della nostra comprensione, le nostre memorie delle nostre aspettative. Dobbiamo vedere la natura dei nostri pensieri direttamente ed essere genuinamente qui, piuttosto che vivere nelle nostre memorie di comprensione, nelle nostre memorie di meditazione, o nelle nostre memorie delle nostre aspettative della nostra meditazione. Se viviamo nella memoria dei pensieri, allora non siamo ancora qui. Non stiamo ancora sperimentando quel fondamentale, infinito, piccolo punto.
(Dzogchen Ponlop Rinpoche è Maestro di meditazione, calligrafo, pittore e poeta. E’ uno degli esponenti contemporanei più eminenti delle scuole Nyingma e Kagyu del buddhismo tibetano.)
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– https://en.wikipedia.org/wiki/Dzogchen_Ponlop_Rinpoche