Di tanto in tanto, saltuariamente, cerco frasi celebri, aforismi, sentenze piuttosto significative che descrivano o suggeriscano la meditazione. Ne ho selezionate e trascritte diverse, ma me ne manca una, quella che indichi come evitare la meditazione. Come evitare il mondo dell’essere per rimanere ancorati al dominio dell’avere … dell’avere tutto senza offrire nulla in cambio, neppure una breve riflessione …
Si fa un gran parlare di meditazione. Tutti t’insegnano come, dove e quando praticarla. Sennonché – coscienti o meno – si copiano l’un l’altro. La maggior parte dei commentatori non la conosce nemmeno. Nel migliore dei casi hanno letto qualche libro. Poi hanno assunto una determinata postura e si sono cimentati con l’immaginazione. Si sono illusi di seguire il respiro senza modificarne il ritmo e hanno creduto di rilassarsi. Quindi hanno attribuito alla meditazione valori e potenzialità che non ha, né d’altra parte ha mai preteso di possedere. Fino al momento in cui si sono ritrovati in una leggera confusione, con un po’ d’ansia, un pizzico d’amarezza, pressoché disillusi.
L’ennesimo miraggio sembrerebbe dissolto. Il muro edificato con la pietra grezza dei desideri inconsci, cementati con un po’ di speranza, non ha retto al benché minimo impatto. Ora, mentre quell’artefatto di fede tentenna ti volgi intorno alla disperata ricerca di un’alternativa, dell’ennesimo appiglio. Passano i giorni. Il tempo è davvero inesorabile. Finché non dimentichi: la delusione per aver riposto inopinatamente fiducia negli insegnamenti dei cialtroni di turno; il disincanto per aver compreso il ruolo mellifluo della propaganda; il disinganno per aver aperto finalmente gli occhi; la frustrazione di non riuscire a risolvere l’impasse esistenziale. Bene, ora puoi meditare. Ma ricorda, se vuoi evitare la meditazione attribuiscile subito un emblema, un ideale, una serie di valori, tutto ciò che non riuscirà mai ad avere, tutto ciò che non riuscirà giammai a darti.
Mentre il vento caldo mi sfiora la pelle indispettita dall’ennesimo insetto che mi ronza intorno famelico, chiudo gli occhi. Se poc’anzi speravo d’escludere il mondo vedo ahimè che quel crogiolo – seppur indistinto – di pensieri m’accompagna senza nessuna pietà. Eppure sono assurdamente calmo perché mi rendo conto che in realtà non posso farci nulla. Ora come ora, il mondo proseguirà sul suo cammino per inerzia, e io mi sono trasformato in una delle innumerevoli pietre miliari della storia, quella anonima, ovviamente. Ora sto meditando.
Epilogo
Mi piacerebbe tanto contribuire a indicarti la via … della meditazione. Sennonché l’ignoro, non so più quale sia. Anni fa ero convinto di conoscerla. Ma ora che medito l’ho dimenticata.
Articolo del 01-10-11.