Siamo alle solite. Il bizzarro compito che mi sono proposto, ossia redigere un commento introduttivo alle “poesie per meditare”, quelle più idonee a favorire un successivo raccoglimento meditativo, è quasi impossibile. Come si può, ad esempio, introdurre il silenzio? E’ quasi insensato spiegarlo, parlarne, figuriamoci introdurlo. Beh, tanto per rendere l’idea, avete mai provato lo sconcerto di chi, pur essendo – o per lo meno sentendosi – del tutto incolpevole, riceve un’improvvisa, quanto dolorosa, randellata? Cos’è il silenzio, la pausa che intercorre tra un pensiero, una nenia, una litania, un mantra e un altro? Approssimazioni!
Picchi
Ma cos’è questo silenzio,
solitudine o armonia d’intenti?
E’ come la falce che cade feroce
a mieter le spighe di grano maturo
o come una vita che nasce,
che nasce in silenzio
per un atto d’amore?
La cima innevata
dalla montagna sacra al suo ghiacciaio eterno
o una spiaggia assolata
d’estate, d’inverno?
Le onde lambiscono
i miei piedi d’argilla.
Le sento distanti
come quei giochi di luce.
Non chiedono altro
che di esser compresi
e come tal visti,
quei picchi,
rivisti e vissuti.