E’ raro che in queste pagine riporti delle vere e proprie tecniche di meditazione. Ma stavolta è diverso. Forse dipende dal tempo, cioè dalle circostanze, oppure, più semplicemente, mi serve un promemoria. Se avessi dovuto sintetizzare questo metodo – che, peraltro, non ha affatto nulla d’innovativo, ma è in linea con la tradizione – mi sarei trovato subito in difficoltà. Avrei sentito il bisogno d’innumerevoli – quanto ovviamente noiose – precisazioni. Per fortuna me ne sono accorto in ritardo, prima l’ho scritta, poi ho deciso cosa farne …
Meditare in novembre
Com’è che conosci la vita, se non tramite il tuo stesso presente?
Filosofare sulla realtà del tempo è un esercizio vacuo, inutile.
Chi sei, la tua penna, ciò che scrivi, quanto affermi, come neghi, o quel che dici?
Fermati e osserva colui che si è fermato.
Corri e intravedi colei che sta fuggendo.
Rifletti sulla relazione con il tuo stesso respiro.
Evita di trattenerlo.
Lascia che fluisca spontaneo.
L’intelligenza del tuo corpo-mente è molto più autentica di questo gretto e inopinato timore.
Esegui pure i tuoi compiti, ma non interferire con tutto ciò che v’è di naturale.
Agisci senza agire.
Epilogo
Durante l’ultima revisione periodica di questa pagina ho pensato che sarebbe stato utile aggiungere un ulteriore breve commento, ma non ci sono riuscito. La meditazione è come l’amore, precede sempre il pensiero. Sennonché quando provi a ritrasmetterne l’esperienza hai già filtrato la descrizione secondo i tuoi canoni. Osservare il respiro serve a calmare la mente per esperire tutto ciò che la trascende? Nient’affatto. Ciò di cui si fa davvero esperienza sono dimensioni o modalità ulteriori della mente medesima. Tra mente e spirito non v’è separazione, ma un continuum che li comprende entrambi. Meditare è inoltrarsi in questa indagine.