Meditare non significa necessariamente star lì mezzi seduti col naso all’insù a contemplare quel che ancora non c’è. Che ne dite se, stavolta, sorvoliamo l’universo dei sogni e dei bisogni raccontando, sia pure in versi, un fatto reale?
Forse non v’è nulla di più effimero di una conoscenza virtuale avvenuta in un social. Sei lì per lì per stringere amicizia, poi l’incanto evapora e come una bolla trasparente ti allontani verso la conoscenza prossima ventura.
Anna
Anna, dai bei capelli neri,
Anna, che intercetti i pensieri,
poi lì traduci in sogni
che diventano realtà,
ma parallele, direi sul piano eterico.
Anna, che ho incontrato in un social.
Era vivace, dal cor gentile,
dai modi affatto spicci,
dalla scrittura lieve che non lascia solchi,
traccia i sentieri e poi ti guida dentro.
Anna che non c’è più, sparita,
fermo il diario, silente la sua pagina.
Anna, che non sapevo chi fossi o l’accaduto,
spero di rivederti
tra qualche vita vera.