39 – Che cos’è l’illuminazione?
Illuminazione, risveglio, realizzazione sono termini circonfusi oramai da un alone mitico, conseguenza delle innumerevoli idealizzazioni proiettate dai ricercatori nel corso dei secoli.
Illuminazione è solo l’espressione simbolica di un evento interiore. In realtà non v’è nessuno che si debba illuminare. Semmai è proprio il senso dell’io che impedisce un’esperienza di percezione perfettamente cristallina.
Tale esperienza potrebbe avere inizio con un vivido lampo di chiarezza che ci consente di cogliere, qui e ora, ciò che è, così com’è (satori) e protrarsi nel tempo (samadhi), sino a divenire una situazione ordinaria. Ciascuno l’esprimerà secondo le proprie inclinazioni pregresse.
Illuminazione è essere sempre e permanentemente consapevoli della realtà non-duale. Sia la propria essenza più intima che tutto ciò che ci circonda vengono percepiti intuitivamente come un aspetto dell’Assoluto.
Più semplicemente, illuminazione è un modo d’indicare il fatto che arrivi a conoscere te stesso un po’ meglio di ora. Riesci a far luce sulla tua essenza? Percepisci la luminosità indistinta della Fonte? Sei sulla Via.
Qualche precisazione. Per indicare la condizione spirituale di un “risvegliato” si ricorre, talvolta, al concetto di “non-mente”. Ebbene, “non-mente” non significa non-pensiero, ma solo assenza temporanea di pensieri, relax. Significa che un illuminato non è più in balia dei suoi stessi pensieri, ma che ne è consapevole, quindi all’occorrenza li dirige e ne dispone al meglio. In tal senso, illuminazione è conoscenza diretta delle cose senza la mediazione della mente.